Le agevolazioni lavorative previste dalla Legge 104 sono retribuite. Chi si fa carico di tale onere? Scopriamo cosa stabilisce la legge.
L’art. 33, comma 6, della Legge n. 104/1992 prevede una serie di benefici per i lavoratori disabili e per i familiari che prestano loro assistenza.
In particolare, i dipendenti (pubblici e privati) maggiorenni affetti da disabilità grave possono richiedere al datore la fruizione di permessi retribuiti. Consistono in 2 ore al giorno di assenza giustificata dal lavoro o di 3 giorni al mese (utilizzabili anche in maniera frazionata).
I familiari caregivers fino al terzo grado di disabili gravi, invece, hanno diritto solo ai 3 giorni di permesso al mese.
Il Decreto Legislativo del 30 giugno 2022 ha introdotto un’importante innovazione in merito alla richiesta dei permessi da parte dei familiari. Per consentire un corretto equilibrio tra la vita professionale e quella familiare, ha eliminato il principio del cd. referente unico, contenuto nell’art. 33, comma 3, della Legge 104/1992 e ha concesso la facoltà anche a più lavoratori dipendenti di beneficiare (in maniera alternativa) dei permessi mensili per assistere lo stesso disabile.
I parenti o gli affini entro il terzo grado che vogliono usufruire delle agevolazioni lavorative devono inviare tutta la certificazione sanitaria attestante le condizioni di salute del disabile al Centro Medico Legale dell’INPS. Devono, inoltre, presentare all’Istituto di Previdenza un’autocertificazione della relazione di parentela con il disabile grave, per dimostrare il possesso dei requisiti richiesti.
I tre giorni di permesso lavorativo previsti dalla Legge 104 del 1992 sono tutti retribuiti. Ma chi paga?
Ebbene è il datore di lavoro che anticipa la retribuzione spettante per tale periodo in busta paga. In seguito, poi, il datore recupera tale importo dall’INPS, attraverso il Modello F24.
I giorni di permesso, inoltre, sono coperti da contribuzione figurativa, cioè sono utili ai fini della determinazione del diritto alla pensione, perché al lavoratore dipendente continueranno ad essere accreditati i contributi previdenziali.
I permessi 104 sono retribuiti al 100% non solo ai lavoratori disabili gravi ma anche ai familiari caregivers che li assistono. L’ammontare spettante viene determinato in base all’ultima busta paga percepita, prendendo, però, in considerazione esclusivamente le voci fisse della stessa, compreso il superminimo. Quest’ultimo, infatti, è assimilato alle componenti fisse dello stipendio e concede anche il riconoscimento della contribuzione figurativa.
Il calcolo dello stipendio riconosciuto per i giorni di permesso deve rispettare i massimali annali previsti dall’INPS, che vengono indicati nel dettaglio nella busta paga, alla sezione riservata alle componenti salariali riconosciute.
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