Novità in arrivo per il mondo universitario italiano: ecco che cosa prevede l’attesissima nuova Riforma classi del 2024.
Stiamo parlando, nello specifico, di due Decreti che sono stati firmati da parte di Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca. Questi attuano una riforma che riguarda le classi di laurea e si concentra sulla possibilità di creare più percorsi flessibili e garantire, soprattutto, il concetto di interdisciplinarità.
La riforma in questione riguarda tutti gli atenei del nostro Paese, quindi sia le università statali che quelle non statali, tra cui anche le telematiche. Lo scopo di un simile progetto è quello di trasformare l’Università in un soggetto capace di promuovere la creazione di percorsi di laurea di tipo interdisciplinare. La riforma in questione, inoltre, verrà messa in atto dall’anno accademico prossimo, ovvero 2024/2025.
Come prima cosa, in ogni corso di tipo triennale non si arriva ad un massimo di 20 esami o valutazioni finali totali. Questo non vale, però, per i corsi che sono regolati da normative dell’Unione Europea. Per quanto riguarda i corsi di laurea magistrale, non possono essere inseriti più di 12 esami o valutazioni finali totali. Anche in tal caso, questo non vale per i corsi regolati da normative dell’Unione Europea.
Per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico, ovvero di 5 o 6 anni, il numero massimo di esami può oscillare dai 30 ai 36. Inoltre, sia per i corsi triennali che per quelli magistrali, possono essere integrati più insegnamenti o moduli coordinati. Le università italiane possono riconoscere conoscenza ed abilità professionali che sono state certificate e anche altre attività formative post-secondarie a cui l’ateneo ha contribuito. Questo vale per i corsi di laurea triennale e magistrale.
Ma non è finita qui perché si possono istituire due corsi di laurea diversi che appartengono alla stessa classe solo se l’ordinamento didattico di un corso di laurea è in grado di soddisfare i requisiti di due classi differenti. L’università, in tal caso, può istituire il corso come se lo stesso appartenesse ad entrambe. Lo studente, dall’altra parte, deve indicare per quale classe vuole immatricolarsi.
Grazie alla riforma è data allo studente la possibilità di personalizzare ancora di più il proprio piano di studio. Dall’altro canto, gli ordinamenti didattici devono assicurare una preparazione basata su discipline di base e caratterizzanti. Per quanto riguarda i crediti formativi, non si può superare il numero 12 e ciò vale, come sempre, sia per le magistrali che per le triennali.
Infine, senza tener conto del numero di anni di iscrizione all’ateneo, gli studenti triennali che hanno accumulato 180 crediti possono sostenere l’esame finale e ricevere il titolo di studio. Lo stesso vale per gli studenti magistrali che hanno accumulato 120 crediti.
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