Venti anni di contributi non sono certo molti ma alcuni lavoratori potranno comunque andare in pensione nel 2024. Vediamo come.
Il sistema previdenziale italiano permette il pensionamento utilizzando diversi scivoli a condizione che si rispettino determinate condizioni anagrafiche, reddituali e di altro genere. Tante combinazioni diverse, quali sono disponibili per chi ha venti anni di contributi maturati?
La maggior parte degli scivoli che permettono di anticipare il momento del pensionamento richiedono un alto numero di contributi versati. Pensiamo alla pensione anticipata ordinaria con 42 anni e dieci mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne. Alla pensione per precoci con 41 anni di contributi di cui uno maturato prima dei 19 anni. Continuiamo con l’APE Sociale e i 30/36 anni di contribuzione per invalidi, caregiver, disoccupati e addetti alle mansioni gravose. Anche Quota 103 richiederà 41 anni di contributi nel 2024.
Insomma, solo i lavoratori con una carriera lunga e continuativa potranno andare in pensione con una delle misure citate (soddisfacendo anche gli altri requisiti). Ma non tutti hanno avuto la fortuna di iniziare a lavorare presto e senza interruzioni. Molte persone, ad esempio, sono riuscite ad accumulare solo venti anni di contributi. Come possono lasciare il mondo del lavoro?
La via classica (e aperta a tutti i lavoratori) di pensionamento con 20 anni di contributi è la pensione di vecchiaia. Al raggiungimento dei 67 anni si potrà lasciare il mondo del lavoro. C’è poi un secondo scivolo ma è dedicato unicamente ai contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare e versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996.
Per loro è prevista la possibilità di pensionamento a 64 anni di età e con 20 anni di contributi ma ad alcune condizioni. Nel 2024 sarà necessario aver maturato un assegno pensionistico tre volte superiore al trattamento minimo (pari nel 2023 a 503,27 euro). Solo le lavoratrici con un figlio potranno andare in pensione con un assegno superiore a 2,8 volte il minimo mentre per le donne con due o più figli il limite sarà di 2,6 volte il minimo. Un inasprimento delle condizioni, dunque, che renderanno la platea dei beneficiari della pensione contributiva più ristretta.
Si dovrà raggiungere una pensione di 1.509,81 euro e seppur sembri una somma abbordabile, tanti lavoratori rimarranno fuori non avendo oggi un ricco stipendio. Un’alternativa di pensionamento con venti anni di contributi, infine, è la pensione dedicata agli invalidi all’80%. Potranno lasciare il lavoro i lavoratori con invalidità riconosciuta (riduzione della capacità lavorativa minima dell’80%) al compimento dei 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini.
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