Il testamento è atto di rilievo per gli eredi, e va da sé che deve essere redatto in conformità alla legge. Che succede in caso di errori?
Come spiega dettagliatamente la legge, il testamento consiste in quell’atto revocabile con cui una persona, capace di intendere e volere, dispone delle proprie sostanze per il tempo il cui avrà cessato di vivere. In altre parole, con questo testo il cd. de cuius indicherà come andranno distribuiti i suoi averi e il suo patrimonio tra gli eredi, per il tempo successivo al suo decesso.
Ebbene, che valore ha un testamento olografo recante errori? La domanda non è affatto banale e implica alcuni interessanti chiarimenti, che rilevano proprio nei casi successione ereditaria. Vediamo più da vicino.
Il testamento olografo è una scrittura privata ad opera del testatore, ovvero di colui che intende disporre delle proprie sostanze. L’atto è datato e sottoscritto da lui stesso e non può essere scritto al computer ma soltanto a mano, vale a dire di proprio pugno.
Un’altra regola fondamentale del testamento in oggetto è quella che impone il divieto di apporre modificazioni da parte di altri, tanto che un testo contenente evidenti errori, o cancellature, potrebbe far pensare che sia intervenuta una terza persona a cambiarne i contenuti. Anzi non è affatto raro che i cd. chiamati all’eredità scelgano di fare causa, impugnando un testamento ritenuto invalido al fine di conseguirne l’annullamento di una o più disposizioni.
D’altro lato, invece, i semplici errori di sintassi, grammatica o di ortografia – anche grossolani – non implicano mai l’invalidità del testamento olografo. In altre parole, le disposizioni conservano i loro effetti al di là della correttezza di espressione del de cuius.
Ciò che infatti deve emergere è la mera volontà di colui che dispone delle proprie sostanze.
Le imprecisioni che conducono alla perdita di effetto del testamento, ovvero al suo annullamento, sono quelle che riguardano il concetto di ‘errore’ secondo il diritto civile. In estrema sintesi è l’errore che, da solo, ha determinato il vizio di volontà del testatore.
In parole più semplici, si tratta di quell’errore che ha portato il testatore a credere ciò che non corrisponde a realtà. Una convinzione errata, dunque, che invalida il testamento – come ad esempio nel caso di chi nell’atto lascia una somma a qualcuno ritenendo che sia suo figlio, ma non è così. Pertanto se l’errore ‘di volontà’ ha determinato una certa disposizione testamentaria, quest’ultima potrà essere annullata con impugnazione e causa civile. Potrà essere annullata la singola disposizione, e non tutto il testamento olografo.
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