Scegliere di non pagare la TARI non è una mossa furba. Bisogna tener conto delle conseguenze del mancato versamento.
La tassa sui rifiuti è scaduta da poco e si è ancora in tempo per evitare onerose ripercussioni. Scopriamo cosa rischia chi non paga e come comportarsi in caso di ritardo.
La TARI è l’imposta sui rifiuti che gli italiani pagano dal 2014 per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti prodotti in ambito domestico o nelle attività commerciali. La tassa è riscossa in due rate semestrali, una in acconto e l’altra a saldo. Lo scorso 18 dicembre è scaduta la seconda rata semestrale per il 2023. Cosa accade se non si è pagata in tempo? E se il cittadino dovesse continuare a non versare quanto dovuto?
Le conseguenze in cui si va incontro con il mancato pagamento sono legali e finanziarie. In caso di superamento della soglia di 30 mila euro, poi, si rischia un’accusa di evasione fiscale mentre rimanendo al di sotto di questa cifra l’accusa è di illecito finanziario. Il Comune può in entrambi i casi procedere con azioni legali per ottenere le somme non versate dal contribuente.
In caso di pagamento in ritardo il Comune pretenderà non solo la somma non corrisposta ma anche interessi di mora di entità variabile in base al periodo di ritardo. Solo se passeranno cinque anni allora l’imposta andrà in prescrizione e non si dovrà più versare.
Le sanzioni applicate si possono ridurre tramite il ravvedimento operoso, un’operazione che permette al contribuente di correggere errori e omissioni e pagare quanto dovuto anche se in ritardo. La riduzione della sanzione sarà del 50% se il versamento avviene entro 90 giorni dalla scadenza originaria.
Il fatto che il bollettino non è arrivato a casa non esonera il cittadino dal pagamento. Dovrà procedere con la compilazione del modello F24 per corrispondere quanto dovuto in tempo. Il modello si può reperire presso l’Ufficio Postale e le banche ma anche online utilizzando i servizi bancari elettronici e i siti della Pubblica Amministrazione. Il pagamento potrà essere effettuato presso uno sportello bancario o postale o tramite home banking con versamento telematico.
Solo in caso di disservizio da parte del Comune nella raccolta dei rifiuti si potrà chiedere una riduzione dell’imposta tra il 20 e l’80%. Si tratta di un diritto del cittadino che deve essere sfruttato per evitare di pagare una tassa su un servizio di cui non si è usufruito (o solo in parte).
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