La pensione indiretta è la forma di reversibilità che spetta se il defunto invece che pensionato INPS era assicurato con l’Ente.
Cosa succede ai superstiti di un lavoratore assicurato INPS? Riceveranno la pensione indiretta, una prestazione dedicata al coniuge, ai figli e ad altri parenti del defunto.
La morte di una persona cara è una tragedia che segna inevitabilmente le vite dei familiari. Il vuoto lasciato sarà affrontato con il tempo ma un decesso comporta anche delle questioni burocratiche ed economiche da affrontare il prima possibile. Se a morire è il pensionato o il lavoratore che sosteneva la famiglia con la propria pensione o lo stipendio, ci saranno dei superstiti che si ritroveranno senza mezzi di sostentamento.
Interviene la Legge ad occuparsi di loro con la pensione di reversibilità e la pensione indiretta. La prima spetta ai superstiti di un pensionato mentre la seconda ai familiari a carico di un lavoratore assicurato INPS. Il trattamento sarà pari ad una quota percentuale della pensione liquidata o spettante. Ci sono delle condizioni da rispettare, però, affinché i superstiti ottengano il beneficio loro dedicato.
I familiari di un lavoratore hanno diritto alla pensione indiretta in caso di decesso dell’assicurato. Il beneficio si rivolge al coniuge o alla parte dell’unione civile, al coniuge separato oppure divorziato a condizione che percepisca l’assegno divorzile, non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo sia antecedente alla data della sentenza del divorzio.
Beneficiari sono anche i figli minorenni, i figli inabili al lavoro a carico del deceduto, i figli maggiorenni studenti di età inferiore ai 21 anni a carico del genitore al momento del decesso frequentanti corsi di formazione professionale, scuole, università (entro massima 26 anni di età). Dovessero mancare coniuge e figli diventerebbero beneficiari i genitori dell’assicurato se a carico del deceduto. Infine, tra i superstiti si considerano anche i fratelli celibi e le sorelle nubili a carico dell’assicurato.
Il diritto alla pensione indiretta scatta solamente se il lavoratore deceduto ha raggiunto un’anzianità assicurativa e contributiva di 15 anni o cinque anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui tre anni nei cinque precedenti alla data del decesso.
L’importo erogato corrisponde ad una quota della pensione che l’assicurato avrebbe percepito in base ai contributi maturati al momento del decesso. Il 60% del trattamento al coniuge, l’80% al coniuge con un figlio, il 100% al coniuge con due o più figli, il 70% al figlio, l’80% a due figli, il 100% a tre figli.
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