A livello internazionale spicca l’analisi di OCSE su fisco e pensioni italiane, e la raccomandazione di reintrodurre l’IMU sulla prima casa.
L’OCSE, ovvero l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, è un organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, ovvero nazioni sviluppate con governi di tipo democratico ed un’economia di mercato. Essa svolge il ruolo di assemblea consultiva che consente un’occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l’individuazione di pratiche commerciali virtuose ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali dei paesi che la compongono.
Ebbene questa organizzazione, in una Survey di gennaio in cui affronta i nodi dell’Italia e valuta le scelte interne in tema di fisco e pensioni, ha raccomandato di correggere il tiro anche in tema di IMU prima casa. Proprio così: per l’OCSE questa tassa sul possesso degli immobili dovrebbe ritornare, in riferimento all’abitazione utilizzata come luogo di residenza anagrafica e dimora abituale. Vediamo perché.
Di fatto, ciò che raccomanda l’OCSE non è vincolante come può esserlo il contenuto di un atto dell’Unione Europea: si tratta di documenti le cui linee guida non debbono, per forza essere rispettate dal nostro paese. Tuttavia le parole dell’OCSE possono essere interpretate come un ulteriore campanello d’allarme per quanto riguarda i conti pubblici interni. L‘OCSE sa bene del deficit e del debito pubblico del nostro paese, ed offre soluzioni o consigli per provare a migliorare la situazione.
Ecco allora che insieme a proposte quali l’abolizione integrale dei canali di pensionamento anticipato – per l’applicazione tout court della legge Fornero – oppure l’archiviazione della flat tax – non ritenuta all’altezza di un’economia con welfare avanzato – l‘OCSE propone più tasse immobiliari, pur salvaguardando i redditi bassi che – di fatto – sarebbero esclusi da aggravi di spesa.
Anzi OCSE, nella survey di gennaio, ha fatto notare che l’impostazione della nostra riforma fiscale sarebbe finora lontana da standard cd. virtuosi, e che andrebbe corretta favorendo l’equità e la massimizzazione delle entrate.
L’organizzazione propone dunque di reintrodurre l’IMU sulla prima casa (tutelando i redditi sotto ad una certa soglia) e, al contempo, l’aggiornamento della base di calcolo per l’imposizione fiscale sugli immobili. Lo scopo sarebbe quello di avvicinare i valori catastali al valore di mercato. Ricordiamo altresì che l’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Propria, è il tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia nel 2011 e si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. Attiva dal gennaio 2012, fino al 2013 è stata valida anche sull’abitazione principale. Oggi l’OCSE, come accennato, ne propone il ritorno. Riportare l’IMU sulla prima casa favorirebbe la crescita economica, secondo l’organizzazione, e migliorerebbe i conti pubblici.
Concludendo, non va dimenticato però che le entrate fiscali che scaturiscono dalla tassazione sugli immobili in Italia sono in media OCSE, ma questo è essenzialmente legato all’alto numero di proprietari di immobili più che al meccanismo della tassazione in sé.
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