Sono diverse le misure attualmente disponibili per andare in pensione anticipata, ma forse non tutti sanno che ci sono limitazioni.
Recentemente si parla sempre più spesso del fatto che i lavoratori dovrebbero rimanere più a lungo occupati, e che dovrebbero ritardare l’età pensionabile. Questo a causa del “buco” economico che grava sull’INPS. E le cose andranno sempre peggio perché entro 10 anni o poco più probabilmente l’Istituto non potrà erogare più assegni pensionistici.
Ecco che di fronte a uno scenario del genere le persone che hanno lavorato una vita cominciano a contemplare il fatto di andare in pensione un po’ prima, pur sapendo che l’assegno non sarà molto alto. Ma non è soltanto questo il prezzo da pagare per anticipare la pensione.
Vuoi sfruttare la Quota 41 o le altre misure per accedere alla pensione anticipata? Attenzione alle regole, potresti non avere diritto all’assegno
Quando si fanno i calcoli per verificare se possiamo andare in pensione non sempre consideriamo alcuni “paletti” che gravano sul ritiro anticipato.
Chi intende sfruttare le attuali opzioni per andare in pensione prima deve anche considerare che gli assegni saranno più bassi, che non si potrà cumulare redditi extra (come per la quota 103, per fare un esempio) e che in alcuni casi le troppe “malattie” o cumuli di contributi figurativi possono addirittura rendere inidonei al pensionamento.
Come sappiamo, i contributi figurativi sono quei contributi che l’INPS accredita “gratuitamente” ai lavoratori in determinate occasioni: pensiamo alle assenze per maternità, per lo svolgimento del servizio militare, alla cassa integrazione, alla malattia e alla disoccupazione.
Innanzitutto dobbiamo ricordare che, sebbene questi contributi siano riconosciuti, “valgono meno” e dunque l’assegno della pensione può risentire molto della presenza troppo alta di questi tipi di contributi. Ma non solo: in alcune misure previste per il prepensionamento, i contributi figurativi – se troppi – possono addirittura annullare il diritto all’uscita anticipata dal lavoro. Questo succede ad esempio nella Quota 104.
Chi ha completato la contribuzione per la Quota 41 deve dunque sapere che 35 anni di contributi devono essere effettivi, cioè dati dalla presenza al lavoro. In assenza di questo importante requisito l’accesso alla pensione anticipata verrà negato.
È molto importante, quindi, essere a conoscenza di tutte queste regole che, di fatto, disincentivano un’uscita anticipata dal lavoro, anche se teoricamente se ne avrebbe diritto. In fondo, come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, non è celata la volontà del Governo di far lavorare più a lungo i cittadini, a causa di enormi criticità presenti nel sistema pensionistico.