Negli ultimi tempi sono aumentate fino al 70% le malattie trasmesse dalle zecche soprattutto quella di Lyme, ed è allarme tra i medici.
In questi giorni di pieno inverno l’Anticiclone ci sta regalando una primavera anticipata, e anche se durerà poco tempo molte persone si stanno godendo passeggiate all’aperto.
Ma, di contro, arriva una segnalazione che fa preoccupare e allarma la comunità scientifica. Parliamo dell’aumento dei casi di malattia di Lyme, una sindrome trasmessa dalla puntura di zecche. Secondo il CDC, siamo a un incremento del +70% e nel 2022, sono stati segnalati più di 62 mila casi, rispetto a una media di 37.118 casi dal 2017 al 2019.
I maggiori controlli e segnalazioni inviate negli ultimi anni hanno reso possibile fotografare una situazione allarmante. Sono sempre di più le persone che contraggono la malattia di Lyme.
Ecco che gli esperti consigliano di prestare attenzione a qualsiasi potenziale sintomo della malattia, che generalmente si manifesta in più fasi.
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Sebbene i dati sopra riportati siano inerenti agli Stati Uniti, è anche ver che la malattia di Lyme è sempre più frequente anche nel nostro Paese, anche perché le punture di zecche possono avvenire in qualsiasi momento, soprattutto se si effettuano passeggiate all’aperto, nei giardinetti, in campagna o in montagna.
I sintomi della malattia di Lyme si manifestano lungo il corso di molto tempo. Da 3 a 30 giorni dopo la puntura, la persona infetta può sviluppare “un’eruzione cutanea con eritema migrante (EM)”, che in parole semplici è una sorta di grande cerchio arrossato con una zona scura al centro, come se fosse un “bersaglio”, che può raggiungere i 30 centimetri di larghezza. In alcuni casi si manifestano altre eruzioni cutanee estese.
Oltre all’eruzione cutanea, possono manifestarsi anche febbre, mal di testa, estrema stanchezza, rigidità articolare, dolori muscolari e linfonodi ingrossati.
Dopo circa 3 settimane la malattia di Lyme è al secondo stadio e in generale si presenta coi sintomi precedenti ma in forma più grave ed estesa. Il soggetto può avvertire rigidità al collo, dolore muscolare su entrambi i lati del viso (paralisi facciale), dolore alla schiena e ai fianchi che si diffonde alle gambe, dolore o intorpidimento alle mani e piedi. Il sistema immunitario, che sta cercando di sconfiggere la malattia, può dare battiti cardiaci irregolari e gonfiore doloroso dei tessuti oculari o della palpebra e persino perdita della vista.
Nel terzo stadio, la malattia provoca negli infetti forti dolori osteoarticolari, soprattutto alle ginocchia, e questi dolori possono durare molto a lungo.
Risulta fondamentale, dunque, avvertire il medico ai primi sintomi, in modo da trattare la malattia e accorciare i tempi di guarigione.
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