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Messa in opera dei pavimenti: la guida definitiva ai diversi tipi di posa

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Se vuoi rifare il pavimento, è preferibile informarsi sulle tipologie di messa in posa esistenti. Vediamone le caratteristiche e come si distinguono l’una dall’altra.

Quali sono i diversi tipi di messa in posa? La lista completa (Informazione Oggi)

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Il pavimento è una componente molto importante in ogni abitazione. Talvolta la pavimentazione piace così com’è, mentre in altri casi subentra la voglia di cambiare look all’appartamento, aggiornando il pavimento insieme ad altre parti degli interni.

Di seguito ci occuperemo proprio della fase della sostituzione del pavimento esistente, dopo che sia stato scelto dall’interessato o dall’interessata. In che cosa consiste la cd. messa in posa? E quali sono le diverse tipologie di messa in posa?

Indice dei contenuti

Cosa vuol dire mettere in posa?

Anzitutto, per inquadrare opportunamente il contesto di riferimento, ricordiamo che l’espressione ‘mettere in posa’ è tipica del gergo degli operatori dell’edilizia è, semplicemente, significa posizionare o sistemare il nuovo pavimento sullo strato sottostante, in maniera da renderlo pronto all’uso e, dunque, una superficie pienamente calpestabile.

Ecco perché si parla di messa in posa, in ipotesi di sostituzione o installazione di pavimenti. La messa in posa comprende attività come:

  • la preparazione del sito, con la rimozione del pavimento esistente, se necessario, la pulizia e il livellamento della superficie sottostante e l’installazione di sottostrati (se richiesto)
  • la misuratura accurata della superficie interessata e l’allineamento opportuno e professionale delle piastrelle o delle tavole del pavimento (con relativo taglio di esse per adattarle agli angoli o alle pareti, se necessario), rispetto alle linee di guida previamente tracciate
  • il fissaggio del materiale al substrato servendosi degli strumenti appropriati, con messa in posizione finale del materiale. In taluni casi si dà luogo all’applicazione di specifici adesivi o collanti
  • la rifinitura dei bordi per un aspetto pulito e professionale, con stuccatura delle giunzioni tra le piastrelle o le tavole del pavimento
  • la pulizia finale finale dell’area per eliminare eventuali residui di colla, malta o polvere

La messa in posa attiene dunque anche alle attività preparatorie e preliminari al risultato finale, oltre che all’installazione vera e propria del pavimento in maniera che sia stabile, livellato e pronto per essere usato da chi vive in un immobile o da chi lavora in un determinato ambiente.

Chi effettua la messa in posa?

Tra i professionisti che svolgono questo tipo di lavori abbiamo sicuramente gli installatori di laminati, piastrelle, legno, moquette, linoleum, come pure i muratori – abili nel preparare la base, tagliare le piastrelle su misura, applicare malta o colla e posizionare le piastrelle in posa – e i falegnami, i quali potrebbero essere incaricati dell’installazione di pavimenti in legno o laminati.

Grazie all’esperienza di questi operatori qualificati, possono tagliare e adattare le tavole del pavimento, installare sotto-strati appropriati e fissare le tavole in posizione. Il risultato finale sarà una messa in posa pavimento altamente professionale – e bella da vedere.

Che cosa si intende per posa ortogonale?

Chi intende rifare i pavimenti nuovi, optando ad esempio per una soluzione in laminato o marmo, potrebbe volerne sapere di più in merito alle distinte attività di messa in posa delle superfici. D’altronde – come ora vedremo – vi sono diverse tipologie di messa in posa, con costi distinti una per una.

Ebbene, forse non tutti sanno che nel gergo dei professionisti si parla di messa in posa ortogonale in riferimento al metodo di installazione di pavimenti che comporta la disposizione di piastrelle o tavole in modo perpendicolare, rispetto alle pareti della stanza o al layout generale dell’ambiente.

In altre parole, le piastrelle o le tavole del pavimento sono posate in modo che le loro linee principali siano perpendicolari alle pareti della stanza e non parallele ad esse.

Di fatto è un approccio che può essere usato in un ampio numero di situazioni e con diversi tipi di prodotti, come ad esempio piastrelle ceramiche, vinile, legno o laminati.

Della posa ortogonale risalta l’aspetto estetico, ovvero questa tecnica può dare un aspetto visivamente interessante e una sensazione di spazio ‘ampliato’ nell’ambiente, soprattutto in stanze rettangolari o lunghe. Inoltre le piastrelle o le tavole, disposte in modo che le loro linee siano parallele tra loro, producono un aspetto uniforme e ordinato.

Cosa si intende per messa in posa a correre?

Le tecniche di messa in posa sono svariate ed infatti i professionisti ben conoscono anche la cd. posa a correre. Di che si tratta esattamente?

A differenza della posa ortogonale, che abbiamo appena visto, la cd. posa a correre si ottiene posando le componenti del pavimento in parallelo, rispetto alle pareti oppure disponendole in diagonale.

Si tratta di una soluzione assai indicata, nei casi in cui la stanza abbia pareti irregolari oppure non ad angolo retto. Infatti la posa a correre avrà il beneficio di nascondere questi difetti e migliorare l’aspetto visivo dell’ambiente.

In altre parole, sulla scorta delle dimensioni della stanza e della direzione delle linee del pavimento, la posa a correre può influire sulla percezione dello spazio.

Non a caso, posare le piastrelle in un corridoio stretto in direzione longitudinale può far apparire il corridoio più lungo e spazioso.

Per quanto attiene alla preparazione del sottofondo, anche nella posa a correre è opportuno preparare quest’ultimo accuratamente – onde assicurare una superficie pulita, livellata e stabile, sulla quale posare la nuova pavimentazione.

Inoltre, la posa a correre rappresenta uno schema geometrico perfetto negli ambienti con estese metrature, in quanto ne esalta le caratteristiche.

Al contempo è altrettanto opportuno anche negli ambienti molto piccoli, dato che li rende più meno angusti alla vista, rispetto a quanto farebbero altri schemi di posa (come ad esempio la comune posa lineare). La posa a correre si adatta a case, uffici e centri commerciali.

La posa flottante (o galleggiante)

I tipi di posa o le tipologie di posa non sono finite qui. Esiste anche la posa flottante o galleggiante, ovvero quella tecnica di installazione di pavimenti che consiste nell’appoggiare il parquet sul pavimento, agganciando i listelli l’uno all’altro attraverso gli incastri maschio e femmina.

In altre parole, i pannelli del pavimento sono posati uno vicino all’altro senza essere fissati al sottofondo, usando colle. Anzi le linguette e le scanalature sui bordi dei pannelli sono generalmente progettate per bloccarsi tra loro in modo sicuro, creando una sola superficie continua e compatta.

Inoltre, tra i listelli di legno e il pavimento esistente (o il massetto) i professionisti dell’edilizia potrebbero inserire del materiale isolante, che permette l’insonorizzazione, la protezione dall’umidità e l’isolamento termico.

La posa flottante è una tecnica usata soprattutto onde evitare l’uso di colle ed adesivi, e per proteggere comunque efficacemente la superficie sottostante.

Detta tipologia di posa impone tipicamente plance di ampie dimensioni che assicurino, in virtù del loro peso, il minor movimento possibile una volta installate, per non vanificare tutto il lavoro. Questo tipo di installazione è solitamente usata per pavimenti laminati, vinilici e in laminato di legno.

Un esempio ne è il parquet flottante, ossia una diffusissima soluzione di pavimento in legno che prevede la posa delle doghe, disposte sopra un apposito materassino, semplicemente incastrate l’una con l’altra (e senza utilizzo di colla nella parte inferiore delle doghe stesse).

Messa in posa mediante incollaggio

Alternativa alla posa flottante o galleggiante del pavimento, la posa incollata si compie con l’utilizzo di colle che sono applicate sul massetto o sul pavimento preesistente.

Si tratta di un procedimento tradizionale, ossia un metodo di installazione dei pavimenti nel quale i materiali del pavimento, come le piastrelle, le tavole o i fogli, sono posizionati saldi al sottofondo servendosi di adesivi o collanti specifici per pavimenti.

Tipicamente si tratta di una tecnica di messa in posa applicata alle superfici in ceramica, legno, vinile e linoleum. Rispetto alla tecnica ‘flottante’ in questo caso la preparazione del sottofondo sarà essenziale, anteriormente all’applicazione dell’adesivo.

I professionisti puliranno, effettueranno il cd. livellamento e, se necessario, applicheranno un primer per migliorare l’adesione e, dunque, il risultato finale.

Per completezza, ricordiamo che saranno operazioni chiave sia la scelta dell’adesivo corretto in base al tipo di pavimento e al tipo di sottofondo sia la sapiente applicazione dello stesso, al sottofondo – tramite un’apposita spatola o un rullo dentato.

Attenzione perché la scelta della colla è davvero fondamentale, pertanto occorrerà affidarsi a professionisti qualificati, che prestino la dovuta attenzione alle sue caratteristiche tecniche.

Assai preferibile optare per un adesivo con esigua emissione di sostanze organiche volatili, dannose non solo per chi effettua la posa ma anche per chi vive lo spazio nel corso del tempo.

Posa mediante chiodatura/avvitatura

C’è infine la posa attraverso chiodatura/avvitatura, ossia un metodo di installazione dei pavimenti che implica l’uso di chiodi o viti per fissare i materiali del pavimento in modo diretto al sottofondo.

Si tratta di una tipo di posa adatta a pavimenti in legno massello o per certi tipologie di pavimenti specificamente ingegnerizzati, ovvero per superfici con uno spessore tale da permettere la fissazione diretta.

Talvolta è una tecnica di messa in posa adatta anche alle superfici in vinile e laminato. Inoltre, in questa tipologia di installazione il sottofondo è essenziale che sia stabile, pulito e livellato.

Come i professionisti dell’edilizia ben sanno, detto sottofondo può essere in legno, truciolato, compensato o cemento, in base al tipo di pavimento e delle condizioni del sito. Inoltre, in fase di installazione, i pannelli del pavimento sono fissati al sottofondo – servendosi di chiodi o viti.

I chiodi possono essere inseriti con la linguetta dei pannelli o direttamente sulle loro superfici, mentre per quanto attiene al posizionamento dei chiodi/avvitatura, i chiodi o le viti sono tipicamente posizionati sul lato lungo dei pannelli della superficie a intervalli regolari.

Ciò garantirà una stabilità uniforme e diminuirà il rischio di deformazioni nel corso del tempo. A seguito dell’operazione di fissaggio dei pannelli del pavimento, sarà possibile coprire i fori dei chiodi o delle viti con tappi di legno o mascherare le teste delle viti con stucco per legno.

Ciò contribuirà a dare un aspetto uniforme e finito al pavimento e permetterà di celare l’aspetto antiestetico di viti e chiodi sul pavimento.

Messa in opera del pavimento: le tre fasi

Rimarchiamo infine che le situazioni in cui si esegue l’operazione di messa in posa del pavimento, sono fondamentalmente tre.

Anzitutto, quando si realizza un pavimento nuovo da zero, in quanto in detta situazione non sussiste alcun fondo rivestito anteriore. Il pavimento si realizza integralmente da zero e, perciò, è necessario realizzare anche il massetto.

Inoltre, la messa in posa si esegue laddove si posi un pavimento su un pavimento preesistente: in tali circostanze sussistono già un pavimento e un massetto. Al fine di realizzare la posa basterà controllare che il pavimento preesistente sia livellato e posare le nuove piastrelle, sopra quelle già esistenti.

Ancora, la messa in posa si esegue nel momento in cui si riveli necessario rifare un pavimento esistente: in detta situazione esiste già un pavimento, ma dovrà essere rimosso per fare spazio a quello nuovo. Insieme all’attività di posa, è perciò necessario rimuovere il pavimento anteriore.

Di seguito i tecnici utilizzeranno una delle tipologie di messa in posa viste sopra, come ad es. quella ortogonale o la posa flottante.

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