È fondamentale conoscere i rischi di un conto deposito prima di aprirne uno: valuta il rischi legati a inflazione, all’insolvenza della banca e non solo. La guida rapida.
Tra i non pochi strumenti di investimento a disposizione del piccolo risparmiatore troviamo anche i noti conti deposito, ovvero conti correnti bancari caratterizzati da regole ad hoc e funzioni ben perimetrate, grazie alle quali il sottoscrittore potrà contare sul guadagno determinato da un interesse sul capitale investito nel conto deposito stesso.
Solitamente le banche propongono questi strumenti di risparmio ed investimento, apponendo condizioni vantaggiose come ad es. l’assenza di costi di apertura o di gestione, e talvolta lanciano promozioni e offerte speciali per incentivarne la scelta, ma è davvero tutto oro ciò che luccica? Veramente i conti deposito rappresentano valide opzioni di investimento sul breve termine, senza rischi e del tutto sicure per i clienti? Oppure nascondono qualche insidia o rischio?
Se vuoi saperne di più, prosegui nella lettura perché ti daremo utili risposte e ti sveleremo alcuni aspetti connessi al funzionamento del conto deposito, che devi assolutamente conoscere.
Chi investe sul conto deposito, mira ad un guadagno sicuro grazie al tasso di interesse connaturato allo strumento di investimento. Ma attenzione perché un rischio non di secondaria importanza è rappresentato dall’esigua percentuale di detto tasso.
Infatti, il rendimento conseguito sui fondi investiti e depositati dal correntista potrebbe non bastare a coprire o anche a superare l’inflazione, non costituendo talvolta una risposta efficace all’erosione del potere d’acquisto del denaro nel corso del tempo.
In altre parole, se l’inflazione dovesse essere maggiore del tasso di interesse guadagnato sul conto deposito, il valore reale dei fondi depositati calerebbe con il passare dei mesi.
Di fatto il pericolo sarebbe rappresentato da una remuneratività del conto deposito non sufficiente.
Chi sceglie di aprire un conto deposito, dovrà sottostare agli obblighi contrattuali apposti dalla banca, come ad es. quello relativo al previo possesso di un conto corrente tradizionale presso altra banca o presso lo stesso istituto (conto d’appoggio o conto predefinito), ma la banca – a sua volta – dovrà garantire il cliente contro il rischio di non poter più prestare fede ai propri obblighi.
Ci riferiamo in particolare al dovere di riconsegnare al cliente il capitale depositato ed investito, insieme agli interessi garantiti. L’ipotesi dell’insolvenza e del fallimento dell’istituto è remota, e comunque contro di essa il correntista può far affidamento al sistema di garanzia dei depositi che, oggi, assicura un livello di protezione fino a 100mila euro per depositante.
Lo indica la direttiva UE 2009/14/CE, a cui la legge italiana si è adeguata con norme interne ad hoc. In caso di depositi al di sopra della garanzia, invece, qualora la banca fallisse, si correrebbe il serio rischio di non tornare in possesso del capitale eccedente il valore sopra indicato.
In particolare:
Vero è che l’ipotesi del fallimento di una banca è però remotissima, anche perché in genere subentra l’intervento dello Stato in ipotesi di grave dissesto finanziario.
Nell’ipotesi di depositi al di sotto della garanzia citata e collegata al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, il solo vero rischio per il cliente che opta per il conto deposito, è dato dall’impossibilità di riottenere indietro il patrimonio investito al momento voluto.
Tuttavia, la direttiva UE di cui sopra contrasta anche questo pericolo, avendo fissato l’attesa massima per il rimborso in 20 giorni lavorativi, contro l’anteriore termine pari a 90 giorni.
Come sanno bene gli esperti in strumenti di investimento, i conti deposito sono tipicamente considerati assai liquidi, ma è vero che alcune banche potrebbero imporre penali o restrizioni al prelievo anticipato dei fondi depositati, per un certo periodo di tempo.
Alcuni istituti potrebbero altresì non erogare il rendimento legato al tasso di interesse. Chiaro che ciò potrebbe produrre inconvenienti in ipotesi di accesso immediato al proprio capitale.
C’è poi la possibilità che la banca apponga variazioni e modifiche unilaterali delle condizioni economiche e contrattuali, ma il correntista depositante sarà protetto grazie alla facoltà di recedere entro 60 giorni dalla comunicazione della variazione, a cui la banca è tenuta. Il recesso può essere liberamente esercitato, senza penalità né spese.
Concludendo, un suggerimento utile potrebbe essere quello di investire in conti deposito separati, ossia separare le somme che si vogliono far fruttare – dividendole su più conti deposito. Ciò impedirà di avere somme superiori a 100mila euro in ciascun strumento di investimento. In altre parole, anche in riferimento ai conti deposito, la miglior soluzione è la diversificazione, perché ogni banca avrà un diverso rischio di insolvenza e fallimento.
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