Nelle ultime settimane l’Agenzia delle Entrate ha inviato delle lettere di compliance per il periodo d’imposta 2020.
Tutti gli anni l’Agenzia delle Entrate effettua dei controlli sulle dichiarazioni dei redditi presentati dai contribuenti relative ai periodi di imposta precedenti. Se durante i controlli dovessero emergere delle inesattezze, l’Agenzia invia al cittadino una lettera di compliance segnalando gli errori riscontrati nella dichiarazione dei redditi.
Da qualche settimana, l’AdE stai inviando le lettere di accertamento per l’anno 2020. Generalmente, tale comunicazione prevede anche un esborso economico, che può essere più o meno oneroso. Ma abbiamo la soluzione al problema.
Quando un contribuente riceve una lettera di compliance dall’Agenzia delle Entrate, in seguito ad accertamenti su un periodo di imposta, deve quasi sempre sostenere un esborso economico. Nella maggior parte dei casi infatti l’Agenzia, dopo aver eseguito una serie di controlli e incrociato i dati, può riscontrare un’errata compilazione della dichiarazione dei redditi.
A questo punto, il contribuente interessato riceve una comunicazione e viene invitato a rispondere agli adempimenti fiscali, causati da anomalie legate alla dichiarazione dei redditi. I contribuenti che finiscono sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate sono i lavoratori dipendenti, gli assimilati, gli autonomi e coloro che percepiscono il reddito di redditi derivanti da contratti di locazione non dichiarati.
Dopo aver ricevuto l’avviso, il cittadino può chiedere ulteriori chiarimenti al fisco accedendo al portale e al proprio cassetto fiscale. In alternativa, è possibile inoltrare tutta la documentazione utile a giustificare l’incongruenza riscontrata.
Se la compilazione della dichiarazione dei redditi determina un mancato adempimento fiscale, il contribuente dovrà provvedere a regolarizzare la propria posizione. L’esborso di denaro a cui il contribuente deve andare incontro può essere piuttosto oneroso, per questo motivo la disciplina prevede la possibilità di accedere al ravvedimento operoso.
Così facendo è possibile ridurre le sanzioni, che passerebbero dal 90% al 15% in caso di dichiarazione dei redditi infedele.
Purtroppo però non è possibile versare le somme dovute accedendo ad una rateizzazione. Così come comunicato dall’agenzia delle entrate:
“Per versare le somme dovute (maggiore imposta, interessi e sanzione ridotta) deve essere utilizzato il modello F24, disponibile, con le relative istruzioni di compilazione, sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Nell’apposito campo del modello F24 va riportato il “codice atto” indicato in alto a sinistra nella lettera ricevuta. Si ricorda che il versamento delle somme dovute non può essere rateizzato”.
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