Anche il coniuge, i figli e gli altri parenti conviventi di un soggetto che ha debiti con il Fisco rischiano pesanti sanzioni. Come evitarlo?
Non pagare le tasse comporta sempre una serie di problemi più o meno gravi.
Così come accade per gli altri debiti, anche quelli che coinvolgono il Fisco potrebbero avere delle conseguenze negative per i familiari del debitore. Ci sono, tuttavia, delle differenze relative a determinate imposte.
Vediamo, dunque, quali sanzioni rischiano i familiari dei soggetti che non hanno adempiuto al pagamento delle tasse.
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La legge stabilisce che i familiari o i conviventi di debitori con il Fisco ancora in vita non possono subire pregiudizi derivanti da tale situazione. Di conseguenza, non rischiano pignoramenti o azioni esecutive da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il discorso è, però, differente nell’ipotesi in cui il contribuente debitore muoia. Al momento dell’apertura della successione, i suoi debiti si trasferiscono agli eredi. Tale operazione non è, tuttavia, automatica perché è necessario che l’eredità venga accettata (tramite accettazione scritta o tacita) dagli interessati.
Senza quest’atto fondamentale, il Fisco non potrà pretendere il soddisfacimento delle proprie pretese dai familiari del debitore che, dunque, non rischieranno nulla.
Non esistono tutele dai debiti quando il contribuente è vita, perché bisogna aspettare necessariamente il decesso e optare per la rinuncia all’eredità oppure per la rinuncia con beneficio di inventario. In quest’ultimo caso, l’erede è obbligato a estinguere i debiti del defunto ma non con il proprio patrimonio; dovrà farlo solo con i beni ereditati.
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La legge prevede due eccezioni alla regola che abbiamo appena illustrato.
Innanzitutto, gli eredi che accettano il lascito del contribuente e subentrano anche nei suoi debiti non sono tenuti al pagamento di alcuna sanzione legata alle tasse che dovevano essere versate dal defunto e che sono rimaste insolute. Si può, infatti, richiedere uno sgravio parziale delle cartelle esattoriali o degli altri eventuali atti fiscali.
Ogni erede, inoltre, deve rispondere solo della parte di debiti relativa alla propria quota di eredità e non avrà problemi in caso di inadempienza degli altri eredi. Ad esempio, se Tizio eredita il 50% del lascito, del quale fa parte un debito IMU di mille euro, dovrà versare solo 500 euro.
Questo principio prende il nome di “responsabilità parziaria“, ma non può essere applicato ai debiti che riguardano le imposte sui redditi (IRPEF, IRES e IRAP) e l’imposta di successione. In tali ipotesi, si applica la cd. responsabilità solidale e il Fisco potrà pretendere il pagamento per intero anche a un singolo erede.
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