Per non perdere l’Assegno di Inclusione occorre rispettare obblighi e regole che disciplinano la richiesta e la gestione del sussidio.
I percettori di Assegno di Inclusione potrebbero perdere la misura da un momento all’altro oppure non ottenerla proprio se non rispetteranno tutte le regole imposte dalla normativa. Scopriamo a cosa fare attenzione per evitare problemi.
Siete ancora in attesa dell’Assegno di Inclusione pur avendo inviato domanda settimane fa? Il motivo della mancata erogazione potrebbe essere la non sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale. Il solo invio della richiesta di accesso al sussidio, infatti, non è sufficiente per ricevere i soldi. I richiedenti hanno l’obbligo di firmare tramite piattaforma SIISL il PAD impegnandosi in un accordo che ha scopi di inserimento lavorativo o sociale. Il mese successivo alla sottoscrizione arriverà la Carta di Inclusione sempre che tutti i requisiti reddituali e patrimoniali siano soddisfatti.
Per capire la causa di un rifiuto, comunque, basterà controllare lo stato della domanda. Passiamo ora ai casi di sospensione o revoca per chi già percepisce l’Assegno di Inclusione. Tra gli errori da evitare troviamo la mancata presentazione presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD nonché la mancata risposta alle convocazioni dei servizi sociali o dei servizi per il lavoro. Senza una giustificazione plausibile il sussidio decadrà.
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L’Assegno di Inclusione sarà sospesa non firmando il Patto di Inclusione o il Patto di servizio personalizzato, non partecipando alle iniziative formative e di riqualificazione o alle iniziative di politica attiva del lavoro. Addio alla misura non frequentando il percorso di istruzione per adulti di primo livello per adempiere alla scuola dell’obbliga o non accettando un’offerta di lavoro considerata congrua.
Se la revoca accade per una delle circostanze citate si potrà inoltrare nuovamente domanda di sussidio dopo sei mesi dalla decadenza. Passiamo ora alla compatibilità con il lavoro. L’AdI si continuerà a percepire in caso di inizio di un’attività lavorativa autonoma o subordinata solo informando l’INPS dell’evento tramite modello Adi-Com. Si hanno trenta giorni di tempo in caso di lavoro dipendente mentre la comunicazione dovrà essere fatta entro il giorno precedente l’inizio dell’attività autonoma.
Chi sarà trovato a lavorare in nero potrà subito dire addio al sussidio e dovrà restituire le somme ottenute illegittimamente. Il lavoro è compatibile, naturalmente, sempre che si rispettino le soglie reddituali previste. Infine si perderà l’Adi non comunicando eventuali significative variazioni della composizione del nucleo familiare.
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