Grazie alla pensione integrativa si può aumentare l’ammontare mensile dell’assegno. Quanto bisogna versare per ottenere una maggiorazione di 200 euro?
L’iscrizione a un Fondo per la pensione integrativa comporta numerosi vantaggi, perché consente di incrementare l’importo della prestazione.
Si tratta di un’ottima soluzione, soprattutto se si pensa che i nuovi assegni previdenziali, a causa del ricalcolo contributivo, non sono molto elevati. Per assicurarsi una rendita sufficiente a svolgere una vita dignitosa, è opportuno attivarsi molto prima del pensionamento, versando, ogni mese, una somma di denaro in un Fondo per la pensione integrativa.
Ma si tratta di un’operazione davvero conveniente oppure nasconde delle insidie? Per rispondere a tale quesito vediamo quanto dovrebbe destinare un lavoratore per ottenere una rendita vitalizia di 200 euro in più sulla pensione ogni mese.
Si può effettuare una stima dei rendimenti dei Fondi per la pensione integrativa, partendo dal presupposto che esistono varie tipologie di investimento, alcune più rischiose di altre.
Se guardiano agli ultimi cinque anni, le opzioni che hanno assicurato maggiori vantaggi sono state le azionarie, che, però, presentano anche un rischio più alto. Al secondo posto ci sono le bilanciate, con un rischio medio e, infine, le obbligazionarie, caratterizzate da un rischio basso.
Per capire effettivamente quanto è conveniente affidarsi a un Fondo pensione, bisogna valutare diversi elementi, a partire dall’età in cui il contribuente inizia a versare. Di norma, infatti, i più giovani sono più propensi a rischiare e, di conseguenza, a ottenere rendimenti più elevati.
Per esempio, si vuole ottenere una rendita netta di 200 euro al mese. Se si inizia a versare nel Fondo a 35 anni e si va in pensione a 65 anni e 5 mesi, basta pagare una somma di circa 143 euro per un’opzione di investimento con rischio basso e una di 85 euro per un’opzione con rischio alto.
Se, invece, si inizia a versare a 55 anni e si va in pensione a 67 anni e 5 mesi, servirà un importo di almeno 529 euro per il rischio basso e uno di 454 per il rischio alto. Insomma, c’è una notevole differenza tra le somme da destinare al Fondo di pensione integrativa a seconda dell’età in cui si comincia.
Nella prima ipotesi, i costi sono decisamente più sostenibili di quelli della seconda ipotesi. Con venti anni di ritardo, la spesa è molto più elevata e, dunque, sarà quasi impossibile per la maggior parte dei contribuenti affrontare un onere mensile del genere.
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