L’INPS chiarisce quali sono le modifiche alla pensione anticipata apportate dall’ultima Manovra finanziaria. Quali effetti sui contribuenti?
L’INPS, tramite la Circolare n. 46 del 13 marzo 2024, ha specificato tutte le novità della Legge di Bilancio relative alla pensione dei cd. contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996.
In particole, l’Istituto di Previdenza ha fugato i dubbi relativi alle condizioni di accesso alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata. Analizziamo le innovazioni nel dettaglio.
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Da quest’anno, i lavoratori che ricadono completamente nel sistema di calcolo contributivo devono rispettare un nuovo requisito per la fruizione della pensione di vecchiaia. È, infatti, richiesto che la prestazione sia pari all’Assegno sociale che, per il 2024, ammonta a 534,41 euro (per 13 mensilità).
La Circolare INPS n. 46 del 13 marzo 2024 ha, poi, chiarito che, per l’accesso alla pensione anticipata riservata ai contributivi puri sono richieste un’età anagrafica di almeno 64 anni e una contributiva di 20 anni.
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L’ammontare della prestazione spettante, inoltre, deve essere pari almeno a 3 volte l’Assegno sociale (ossia a 1603,23 euro); tale requisito, tuttavia, si riduce a 2,8 volte l’Assegno sociale (1.496,35 euro) per le donne con un solo figlio e a 2,6 volte (1.389,46 euro) per le donne con due o più figli.
Ma la Legge di Bilancio 2024 è intervenuta anche su un altro importante aspetto relativo alla pensione anticipata. Dal 1° gennaio, il presupposto dei 20 anni di anzianità contributiva effettiva per l’accesso alla prestazione deve essere adeguato all’aspettativa di vita, così come stabilisce l’art. 12 del DL n. 78/2010. Per il biennio 2025/2026, tuttavia, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito che il requisito non verrà incrementato.
La citata Circolare INPS fa luce anche su una novità della Legge di Bilancio che preoccupa non poco i futuri pensionati. La Manovra ha, infatti, previsto che, fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (ossia 67 anni), l’importo massimo dell’assegno pensionistico, per coloro che lasciano il lavoro in anticipo, non può essere superiore a 5 volte il trattamento minimo, pari a 2.993,05 euro.
Dopo il compimento dei 67 anni, al pensionato spetterà l’intero importo maturato.
Da quest’anno, poi, tutti coloro che decidono di smettere di lavorare tramite tale strumento previdenziale dovranno attendere il decorso di una “finestra” di 3 mesi, tra la maturazione dei requisiti richiesti dalla normativa e l’accredito della prima rata dell’assegno pensionistico.
Questo significa che tutti i contribuenti che hanno già raggiunto i requisiti potranno ricevere le somme spettanti non prima del 2 aprile 2024, se a carico della Gestione esclusiva dell’Assicurazione Generale Obbligatoria , oppure del 1° magio 2024, se a carico dell’AGO, delle forme sostitutive della stessa e della Gestione Separata INPS.
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