Per alcune detrazioni fiscali è richiesto il bonifico parlante ma sono in molti ancora a non sapere quando si deve usare e rischiano grosso.
Per dimostrare di avere diritto a detrazioni e agevolazioni è necessario utilizzare il bonifico parlante perché quello ordinario non sempre è sufficiente.
Però sono in molti a non sapere la differenza tra i due e quando deve essere usato quello parlante per non commettere errori e rischiare grosso. Ecco i dettagli.
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Il bonifico parlante è una tipologia di bonifico bancario o postale che permette di tenere traccia di un determinato tipo di pagamento specificando il motivo.
In particolare, il bonifico parlante deve essere utilizzato da chi vuole ottenere detrazioni fiscali con i bonus edilizi. In pratica, può essere la prova da consegnare all’Agenzia delle Entrate di aver effettivamente sostenuto la spesa nelle modalità indicate dalle norme di riferimento.
Si differenza dal bonifico ordinario per il livello di dati che si inseriscono perché devono indicare una serie di informazioni più specifiche.
Infatti, nel bonifico ordinario i dati da inserire sono: nome, cognome e indirizzo del destinatario; codice IBAN del conto sul quale versare la somma; causale, ovvero la motivazione dell’accredito.
Nel bonifico parlante, invece, il contribuente deve dimostrare di avere diritto all’agevolazione/detrazione fiscale. Quindi, oltre alle indicazioni suddette dovrà specificare:
Per quanto riguarda il testo della causale, oltre a contenere la motivazione dovrà indicare la norma di riferimento dell’agevolazione. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate consiglia anche di inserire il numero e la data della fattura così da risalire più facilmente al documento preciso.
Nello specifico, il bonifico parlante si utilizza per richiedere le detrazioni fiscali previste per il bonus ristrutturazioni, l’Ecobonus e bonus mobili. In realtà, in quest’ultimo caso non è obbligatorio perché il pagamento può essere effettuato anche con carta o bonifico ordinario. Se si sceglie di utilizzare quello parlante la causale dovrà avere il seguente testo: “Spese per arredi o elettrodomestici ai sensi dell art. 16, comma 2, DL 63/2013, convertito nella legge 90/2013”.
Cosa succede se il contribuente emette per le ristrutturazioni edilizie un bonifico ordinario invece di quello parlante ? In caso di errori, l’Agenzia delle Entrate ammette la possibilità di correggere: il contribuente dovrà emettere un nuovo bonifico corretto, quindi parlante, all’impresa.
Tuttavia, la procedura è lunga e complessa ed è per questo motivo che l’AdE concede un’altra possibilità: chiedere alla ditta che ha eseguito i lavori di rilasciare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
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