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Pensioni

Pensione con 30 anni di contributi, quanto si guadagna? Non crederete ai vostri occhi!

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È possibile conoscere in anticipo l’importo dell’assegno pensionistico, sulla base dei contributi accreditati. Quanto spetta con 30 anni di versamenti?

L’importo della pensione varia a seconda di specifici elementi e, in particolare, dell’età contributiva posseduta al momento della fuoriuscita dal mondo lavorativo.

Quanto spetta se si va in pensione con 30 anni di contributi? ò informazioneoggi.it

Più contributi si possiedono, più elevato sarà l’assegno pensionistico. Determinante è anche il periodo durante il quale i versamenti previdenziali sono stati accreditati. Se, infatti, si hanno contributi prima del 1° gennaio 1996, si applica il sistema di calcolo retributivo; se, invece, i versamenti sono stati accreditati a partire dal 1° gennaio 1996, si applica il sistema contributivo.

Attualmente, per accedere alla pensione di vecchiaia servono 67 anni di età e 20 di contribuzione ma, per ottenere una cifra più ricca, molti contribuenti decidono di continuare a lavorare. Quanto si guadagna con un’età contributiva di 30 anni? Scopriamolo.

Leggi anche: “In pensione con 30 anni di contributi oggi è possibile, ma occhio a tutti i requisiti“.

Pensione con 30 anni di contributi: il metodo per calcolare l’assegno in base all’anzianità contributiva

I lavoratori che andranno in pensione nel 2024 con 30 anni di contributi avranno un assegno calcolato con sistema misto.

Nel dettaglio, verrà utilizzato il calcolo retributivo per gli accrediti entro il 31 dicembre 1995 (oppure fino al 31 dicembre 2011, nel caso di maturazione di 18 anni di contributi entro la fine del 1995) e il calcolo contributivo per gli accrediti a partire dal 1° gennaio 1996. Le due quote saranno, poi, sommate e si otterrà l’ammontare totale della pensione.

Per la prima quota, vengono presi a riferimento gli ultimi stipendi percepiti prima della pensione, riconoscendone una percentuale del 2% per ciascun anno lavorativo che ricade nel retributivo.

Per la seconda quota, invece, si moltiplica il montante contributivo (cioè la somma dei contributi accreditati dopo il 31 dicembre 1995) per un determinato coefficiente di trasformazione, che varia a seconda dell’età anagrafica che si possiede al momento della pensione.

Leggi anche: “In pensione con 30 anni di contributi è possibile da subito: 2 meccanismi poco conosciuti“.

Proponiamo un esempio, per una migliore comprensione dei principi appena esposti. Tizio ha 67 anni di età e 30 di contributi, dei quali 5 accreditati prima del 1996 e 25 accreditati dopo. Negli ultimi anni ha ricevuto uno stipendio annuo lordo di 25 mila euro. Per la quota retributiva avrà, dunque, diritto a 2.500 euro di pensione.

Per il calcolo della quota contributiva, invece, bisogna considerare che, nei 25 anni lavorativi ha ottenuto un reddito medio di 20 mila euro e, di conseguenza, ha accantonato un montante contributivo di circa 165 mila euro. Applicando il coefficiente di trasformazione del 5,723% a tale cifra, la pensione sarà pari a circa 9.440 euro.

Sommando le due quote, si otterrà un assegno pensionistico lordo annuo di 11.940 euro, pari a circa 1.000 euro al mese.

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