Esiste uno strumento che consente di ottenere uno sconto del 50% sull’importo dell’IMU. Di cosa si tratta e a chi è riservato?
L’IMU è l’imposta che deve essere versata dai proprietari o dai possessori (a vario titolo, come l’usufrutto, l’abitazione, l’enfiteusi) di immobili, fabbricati, terreni edificabili, terreni agricoli, aree demaniali.
La normativa vigente prevede uno sconto del 50% sull’importo da versare per gli immobili ceduti con una particolare tipologia di contratto. Ai sensi dell’art. 1, comma 747, lettera c), della Legge n. 160/2019, si applica la riduzione del 50% della base imponibile per la determinazione dell’IMU nell’ipotesi in cui l’immobile sia concesso in comodato d’uso gratuito a un parente in linea retta entro il primo grado.
È il caso, ad esempio, di un genitore che decide di cedere una casa al figlio. Ci sono, però, delle precise regole da rispettare per l’applicazione dell’agevolazione. Vediamo quali sono.
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Se un immobile viene concesso in comodato d’uso gratuito a un parente in line retta di primo grado, si può beneficiare di una riduzione del 50% sulla cifra dell’IMU da pagare.
È, però, necessario che sussistano determinate condizioni. Innanzitutto, il parente di primo grado a cui viene ceduto l’immobile in comodato (cd. comodatario) deve utilizzarlo come abitazione principale.
Il contratto di comodato d’uso gratuito, poi, deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate entro 20 giorni (in caso di contratto scritto). Il comodante (cioè il proprietario dell’immobile) deve possedere solo un’abitazione Italia e deve avere la dimora abituale nello stesso Comune in cui è ubicato l’immobile oggetto del comodato d’uso gratuito.
Affinché si possa applicare lo sconto IMU al 50%, infine, è necessario che l’immobile non appartenga a una delle categorie catastali di lusso A/1, A/8 e A/9.
Nell’ipotesi di morte del comodatario, potrà usufruire dell’agevolazione il suo coniuge, a condizione che ci siano figli minori.
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È opportuno chiarire che, ai sensi dell’art. 3- quater, della Legge di conversione del Decreto Crescita, per gli edifici concessi in comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta di primo grado, non è più necessario inviare la cd. Dichiarazione IMU, per ottenere la riduzione. Tale modifica è stata apportata in ragione del fatto che non è richiesta la prova, per il contribuente, del possesso dei presupposti per lo sconto IMU perché i dati relativi all’immobile sono già disponibili presso il Comune, essendo il contratto di comodato d’uso gratuito registrato.
Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dell’Ente locale tutti i dati di cui necessita per la corretta applicazione dell’agevolazione.
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