Le lavoratrici che intendono smettere di lavorare nel 2024 possono contare su una serie di misure pensionistiche. Quali sono e a chi sono rivolte?
Le donne possono accedere alla pensione con requisiti più favorevoli rispetto a quelli fissati per gli uomini.
In alcuni casi, le peculiarità sono legate alla presenza dei figli, mentre per alcune agevolazioni non servono. Per la pensione di vecchiaia, invece, sono previste le stesse regole fissate anche per gli uomini e, cioè, 67 anni idi età e 20 anni di contributi.
Particolarmente favorevole alle donne è la pensione anticipata ordinaria, introdotta nel 2011 dalla Legge Fornero, che stabilisce delle regole specifiche per le lavoratrici. Se, infatti, gli uomini possono accedere alla misura con 42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, le donne possono farlo prima, con 41 anni e 10 mesi di contribuzione. Ma ci sono anche altre opzioni di pensionamento anticipato per le lavoratrici. Scopriamoli.
La Legge di Bilancio 2024 ha previsto delle novità per la pensione anticipata contributiva.
Restano fissi i presupposti dei 64 anni di età e dei 20 anni di contributi, ma è stato innalzato l’importo della prestazione.
Possono, infatti, smettere di lavorare con la pensione anticipata contributiva coloro che percepiscono un assegno pari almeno a 3 volte l’Assegno sociale ( cioè 1.603,23 euro).
Per le donne, però, tale condizione è fissata a 2, 8 volte se hanno un figlio oppure a 2,6 volte se hanno due o più figli. La misura, inoltre, è riservata ai contributivi puri, cioè a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.
Da quest’anno, è stata fissata una finestra mobile anche per la pensione anticipata contributiva, pari a 3 mesi, tra la maturazione del diritto e il pagamento della prima rata dell’assegno pensionistico. È stato anche deciso che, fino all’età pensionabile (67 anni) l’importo della pensione non può superare di 5 volte il trattamento minimo (ossia 2.993,05 euro).
C’è, infine, lo strumento di flessibilità in uscita riservato alle lavoratrici per eccellenza, ossia Opzione Donna. Possono beneficiarne coloro che hanno almeno 61 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2023.
Per le lavoratrici con figli, tuttavia, è previsto uno sconto anagrafico di due anni. Nel dettaglio, chi ha un solo figlio può andare in pensione a 60 anni, mentre chi ha due o più figli a 59 anni.
Dal 2023, inoltre, possono utilizzare Opzione Donna solo le seguenti categorie di contribuenti, ritenute “deboli”: invalide almeno al 74%, caregivers da almeno 6 mesi di un familiare disabile grave e licenziate o dipendenti di aziende in crisi (queste ultime vanno in pensione sempre a 59 anni, indipendentemente dal numero dei figli).
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