Dopo lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito, alcuni contribuenti rischiano multe da 10.000 euro. Come difendersi?
La normativa relativa al Superbonus ha subito una significativa modifica.
Il testo del Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri prevede, innanzitutto, l’eliminazione della possibilità di richiedere lo sconto in fattura e la cessione del credito. La detrazione al 110% è, inoltre, valida solo per chi ha scelto lo sconto in fattura o la cessione del credito relativamente agli interventi edilizi certificati entro il mese di dicembre 2023. Per i lavori iniziati dal 1° gennaio, la detrazione scende al 70%.
Ma i contribuenti temono anche per l’introduzione di una nuova sanzione di 10 mila euro in specifiche ipotesi.
In particolare, dal provvedimento si legge che, dal 4 aprile 2024, non sarà più consentita l’applicazione dell’istituto della cd. remissione in bonis, col quale gli interessati avrebbero potuto comunicare la fruizione delle agevolazioni fino al 15 ottobre 2024. La multa da 10 mila euro sarà irrogata nelle ipotesi in cui verranno accertate omissioni relative a informazioni che coinvolgono interventi edilizi già realizzati.
Come si può evitare la sanzione? Su tale aspetto il nuovo Decreto è molto chiaro, vediamo cosa stabilisce.
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I lavori edilizi già compiuti e non comunicati sono puniti con la multa di 10.000 euro.
Ma quali sono le sanzioni nel caso in cui l’omessa comunicazione dovesse riguardare una nuova opera? Ebbene, ci sarebbe la decadenza del Superbonus. A chiarire questa regola è il Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, che sottolinea come i contribuenti decadono dall’agevolazione fiscale.
Ci sono, però, anche altre novità relative al Superbonus. Chi ha dei debiti con l’Erario, deve necessariamente pagarli, altrimenti non può accedere al Bonus edilizio. Il testo del Decreto si sofferma particolarmente su questa nuova regola.
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Per i debitori, infatti, viene disposta la sospensione della possibilità di usare i crediti relativi ai Bonus casa, nelle ipotesi in cui ci siano iscrizioni a ruolo, carichi affidati all’Agente di Riscossione che coinvolgono imposte erariali, atti emessi dall’Agenzia delle Entrate oppure piani di rateizzazione decaduti. In questi casi si soggiace alla multa di 10 mila euro.
Il nuovo Decreto stabilisce l’introduzione di strumenti diretti a prevenire le frodi relative alla cessione dei crediti ACE. A tal fine, è stato deciso di ridurre a una la possibilità di cessione e di estendere la responsabilità solidale del cessionario ai casi di concorso nella violazione. Allo stesso tempo, sono stati incrementati i controlli preventivi in caso di operazioni sospette.
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