I lavoratori iniziano ad interrogarsi su cosa accadrà alle pensioni nel 2025. C’è sempre l’ombra della Legge Fornero che impensierisce.
Arriverà la tanto attesa Riforma delle Pensioni per superare definitivamente la Legge Fornero o si dovrà ancora attendere? Al momento i segnali non sono positivi. I sindacati temono un altro due di picche.
I vari incontri tra sindacato e Governi degli anni passati hanno portato ad un nulla di fatto. Qualche chiacchiera e niente di concreto sulla Riforma delle Pensioni. La Legge di Bilancio 2024 ha portato novità ma peggiorative per alcuni scivoli pensionistici. Parliamo, ad esempio, della pensione contributiva a 64 anni di età e con 20 anni di contributi per chi ha iniziato a versare contributi dal 1996. L’importo minimo dell’assegno pensionistico è stato alzato a tre volte il minimo tagliando fuori dalla misura una fetta importante di lavoratori.
Anche Quota 103 ha subito modifiche in negativo. Si è introdotto il sistema di calcolo contributivo per tutti, le finestre di decorrenza sono state allungate (sette mesi per i dipendenti privati e nove per quelli pubblici) e l’assegno non potrà superare le quattro volte il minimo. L’APE Sociale e Opzione Donna, invece, hanno visto aumentare il requisito anagrafico di cinque e dodici mesi. Pessime premesse per il 2025.
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Giorgia Meloni ha ammesso di essere consapevole della necessità di un intervento strutturale e di come l’obiettivo di una Riforma delle Pensioni sia ancora presente. Ad oggi, però, è ancora prematuro poter prevedere quali interventi verranno effettuati. Lo ha confermato la Ministra del Lavoro Calderone e da lì in poi il nulla. I sindacati non sono stati contattati per un confronto sulla Riforma. Siamo solo a fine marzo, si potrebbe pensare che c’è ancora tempo ma in realtà potrebbe già essere tardi. Il silenzio è un chiaro segnale che non è ipotesi azzardata che ci sarà una nuova proroga con la Riforma delle Pensioni assente pure nel 2025.
Ci sarà almeno Quota 41 per tutti togliendo il requisito anagrafico da Quota 103? Forse, confermando la penalizzazione in uscita con il sistema di calcolo contributivo. Si potrebbero fare mille previsioni ma la realtà è che quasi sicuramente tutto resterà com’è anche nel 2025 (tranne piccole modifiche che potrebbero essere messe in atto come nel 2024). L’unica certezza, al momento, è che fino al 2026 resterà immutato il requisito anagrafico di pensionamento con la pensione di vecchiaia dato che non si è verificato un incremento delle speranze di vita anzi, a causa del Covid. c’è stata una variazione in negativo da recuperare.
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