Se i BOT hanno un rendimento positivo possono essere venduti prima della scadenza per risparmiare sulle imposte? Ecco la verità.
I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) sono titoli di Stato italiani a breve termine emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e hanno scadenza di 3, 6 o 12 mesi.
Si tratta di prestiti concessi allo Stato, con la promessa di un rimborso alla fine del termine prestabilito. L’obiettivo primario dei BOT è, infatti, finanziare il debito pubblico statale.
Poiché sono garantiti dallo Stato e hanno durata breve, vengono considerati una tipologia di investimento molto sicura. Per tale motivo, però, il loro rendimento è abbastanza limitato rispetto ai prodotti di durata maggiore oppure emessi da altri soggetti.
Per avere un’idea del rendimento di un BOT basta considerare che sono espressi in euro, venduti a sconto cioè a un importo inferiore al valore nominale e rimborsati al valore nominale alla scadenza. Il guadagno è dato proprio da tale differenza.
Molti investitori si chiedono se convenga vendere i BOT in positivo prima della scadenza, per evitare il versamento della tassa del 12,5%. Al riguardo è importante fare delle precisazioni.
È opportuno vendere i Buoni Ordinari del Tesoro prima della scadenza, se i rendimenti sono in positivo?
Per rispondere a tale quesito bisogna, innanzitutto, considerare che i guadagni da capital gain, cioè le plusvalenze dovute alla vendita di tali titoli, vanno tassate.
In particolare, l’imposta è pari al 26% ma è necessario controllare il periodo di detenzione del titolo di investimento perché in base a esso potrebbero essere fissate regole differenti. Ad esempio, in alcuni Stati rimanere attivo un investimento per un tempo maggiore può essere utile per pagare tasse ridotte sui rendimenti.
Per i Buoni Ordinari del Tesoro, però, quest’ultima agevolazione non è contemplata. Si possono, tuttavia, ammortizzare le minusvalenze, cioè usare le perdite sugli investimenti per controbilanciare le plusvalenze e, dunque, diminuire le tasse su queste ultime.
Se si vendono i BOT in positivo e, durante lo stesso anno fiscale, si realizzano minusvalenze su altre tipologie di investimenti, è possibile compensarli e pagare un’imposta inferiore. Sugli interessi dei titoli di Stato italiani posseduti dai residenti è dovuta la tassa del 12,5% per gli interessi maturati, non per le plusvalenze conseguenti la vendita del titolo.
Di conseguenza, la vendita dei BOT prima della scadenza impone l’applicazione della tassazione sulle plusvalenze, che è differente dalla tassa sugli interessi pari al 12,5%. Consigliamo, dunque, di rivolgersi sempre a un professionista esperto per valutare l’ipotesi di compensazione fiscale delle plusvalenze con le minusvalenze realizzate.
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