A breve verrà accreditato il rimborso IRPEF ai contribuenti che hanno presentato la Dichiarazione dei Redditi, con effetti straordinari su stipendi e pensioni.
I lavoratori e i pensionati sono obbligati a presentare la Dichiarazione dei Redditi e comunicare i guadagni percepiti nell’anno precedente.
Per il 2024, tale adempimento va compiuto entro il 30 settembre. Nel caso in cui i contribuenti si trovino a credito con il Fisco, hanno diritto a un rimborso direttamente in busta paga dal datore di lavoro (se lavoratori dipendenti) oppure sul cedolino di pensione, da parte dell’INPS (se pensionati). Per chi presenta il Modello 730 senza sostituto d’imposta, invece, l’accredito viene effettuato dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente.
Quando spetta il rimborso IRPEF? Vediamo cosa stabilisce la legge.
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Il rimborso IRPEF col 730 è una somma di denaro che spetta se dalla Dichiarazione dei Redditi emerge un credito nei confronti del Fisco.
Per capire se c’è un credito, basta verificare il Modello 730. Nel caso di Modello 730 con sostituto d’imposta, l’importo erogato è indicato nel rigo 163, mentre nel Modello 730 senza sostituto d’imposta la somma è specificata nel rigo 164.
I lavoratori dipendenti con sostituto d’imposta ricevono il rimborso 730 direttamente in busta paga, nel mese seguente a quello di presentazione del Modello. Per i pensionati, invece, l’accredito è effettuato dall’INPS sulla seconda mensilità dopo la presentazione del Modello 730.
Nel caso dei contribuenti senza sostituto d’imposta, il rimborso è versato dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente intestato al soggetto che ha presentato la Dichiarazione dei Redditi. Se l’interessato non ha comunicato l’IBAN, le somme vengono accreditate tramite assegno emesso da Poste Italiane.
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I lavoratori autonomi e i professionisti presentano la Dichiarazione dei Redditi tramite Modello Redditi PF. In tal caso, il rimborso IRPEF viene riconosciuto in seguito all’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Non ci sono, però, delle tempistiche ben precise per quanto riguarda l’erogazione delle somme spettanti, perché ci sono una serie di elementi che potrebbero comportare un aumento dei tempi (di norma, le dichiarazioni dei lavoratori autonomi sono soggette a controlli maggiori rispetto a quelle dei dipendenti).
Potrebbero, dunque, esserci dei ritardi anche di ben due anni dall’invio della Dichiarazione dei Redditi. In ogni caso, i contribuenti interessati possono sempre controllare lo stato del proprio rimborso contattando l’Agenzia delle Entrate.
Ricordiamo, infine, che l’Agenzia delle Entrate può disporre dei controlli nelle ipotesi in cui il credito spettante sia superiore a 4 mila euro. Anche in queste circostanze, gli importi potrebbero essere versati in ritardo di qualche mese o addirittura slittare all’anno successivo.
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