Il 14 aprile 2024 la terra ha tremato nei Campi Flegrei e sotto il Vesuvio rispettivamente con magnitudo 3.7 e 2.1.
La prima scossa si è verificata alle 9,44 con epicentro localizzato alle porte di Pozzuoli ad una profondità di tre chilometri. La popolazione ha avvertito l’evento con chiarezza tanto da scendere in strada per la paura.
Nel cuore di Napoli, tra il Vomero, Chiaia e Fuorigrotta, e nei dintorni della città partenopea la terra ha tremato il 14 aprile 2024 spaventando la popolazione. Pozzuoli, Bacoli, Quarto, Marano di Napoli e Monte Procida sono state coinvolte nel terremoto ma fortunatamente non sono stati segnalati danni a persone o cose. Alcuni cittadini hanno avvisato i Vigili del Fuoco avendo avvertito la prima e la seconda scossa distintamente. Lo sciame sismico ha continuano nei giorni seguenti con scosse di minore magnitudo.
Nella giornata di oggi 16 aprile una nuova scossa di magnitudo 2.0 è stata registrata nei Campi Flegrei alle ore 3.34 del mattino. Si è trattata della prima di altri tremori con magnitudo 2.3 alle ore 4.11 e 2.5 alle ore 5.38. L’ultimo aggiornamento risale alle ore 12.17 con Md 2.3. Queste le scosse più significative perché in totale ne sono state registrate diciassette solo la scorsa notte. Il sindaco di Pozzuoli sottolinea come la popolazione sia poco serena.
Continuano le scosse ai Campi Flegrei vicino Napoli
A due giorni di distanza dalla forte scossa si è giunti nella fase ordinaria del bradisismo (periodico innalzamento e abbassamento del livello del suolo per attività vulcaniche nel sottosuolo) in allerta gialla. Il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni riporta le informazioni apprese dai canali istituzionali e dagli enti tecnici ma ammette che le scosse ripetute con magnitudo importanti non fanno stare sereni.
Per lunedì 22 aprile è prevista la prima esercitazione del Piano speditivo di emergenza per l’area Campi Flegrei in relazione al bradisismico. Sono iniziate lo scoro 25 marzo, invece, le ricognizioni sugli edifici privati nei territori maggiormente interessati dal bradisismo per individuare le vulnerabilità più forti. L’evento del 14 aprile non è il primo a spaventare. Già lo scorso anno episodi simili avevano destato preoccupazione tanto che il direttore dell’Ingv è stato chiamato alla Camera per spiegare le possibili conseguenze del terremoto nel Napoletano.
Gli scenari di rischio descritti sono stati due, un lungo sciame sismico come nel 1983-1984 oppure la catastrofe del Vulcano Nuovo risalente al 1538. Impossibile ipotizzare cosa accadrà ma al momento la stessa Ingv non mostra segni di preoccupazione. Ha affermato che non ci sono altre anomalie che potrebbero lasciar pensare ad una possibile e imminente eruzione del Vesuvio.
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