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PM2.5, le polveri sottili stanno soffocando il mondo: i Paesi dove si muore anche fino a 5 anni prima

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Il problema dell’inquinamento dell’aria è sempre più grave, in particolar modo a causa della concentrazione delle polveri sottili.

Siamo molto lontani dal vivere in un mondo poco inquinato, e le ultime statistiche rivelano una realtà sconcertante: in alcuni Paesi l’aria è letteralmente irrespirabile e viverci significa accorciare l’aspettativa di vita.

L’inquinamento da polveri sottili sta soffocando il mondo intero – InformazioneOggi.it

La colpa è, come si sa, delle polveri sottili, o PM2.5, derivanti per lo più dagli scarichi delle auto. Le particelle inquinanti vengono definite “sottili” poiché hanno un diametro di 2,5 micrometri e anche meno, e dunque riescono a penetrare in profondità nei polmoni; le conseguenze sono facilmente intuibili, ovvero tanti problemi di salute, tumori e morti precoci.

Nel 2021, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aggiornato le linee guida per quanto riguarda le quantità massime di PM2.5 superate le quali si rischia concretamente la vita. Oggi questa quantità è fissata in di 5 μg/m³. Un numero che può significare poco ai non addetti ai lavori, ma che permette di stilare le classifiche annuali dei Paesi più inquinati. Ecco quali sono.

In questi Paesi le persone muoiono prima, e c’è un’altra pessima notizia sulle polveri sottili

Una ricerca pubblicata nel 2022 dall’Air Quality Life Index (AQLI) ha evidenziato che il 97,3% della popolazione mondiale è esposto a livelli di PM2.5 superiori alle linee guida dell’OMS.

In pratica, significa che in media si perdono circa 2 anni di aspettativa di vita e che in alcuni Paesi come l’Asia meridionale si arrivi anche a 5 anni in meno. Nella classifica dei Paesi più inquinati al mondo non ce ne sono, per fortuna, di quelli europei. Ma c’è un dettaglio che non può far stare tranquilli.

Secondo gli ultimi dati, i Paesi dove si registrano le concentrazioni più alte di PM2.5 sono:

  1. Bangladesh
  2. Pakistan
  3. India
  4. Tajikistan
  5. Burkina Faso
  6. Iraq
  7. Emirati Arabi
  8. Nepal
  9. Egitto
  10. Repubblica del Congo

Nella “black list” ne seguono altri, ma come detto non c’è nessun Paese europeo. Questo però non deve farci stare troppo tranquilli, perché gli esperti ricordano che le polveri sottili possono spostarsi di centinaia di chilometri tramite le correnti e dunque arrivare anche a paesi confinanti.

Tutto il mondo dunque è a rischio e quindi, nonostante l’Europa stia effettuando azioni molto coraggiose e ambiziose, se l’impegno a contrastare l’inquinamento non viene preso da tutti i Paesi sarà difficile eliminare veramente il problema. E a farne le spese saranno i popoli di tutto il Pianeta.

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