I contribuenti stanno ricevendo una comunicazione INPS con una richiesta di rimborso totale o parziale. Come evitare il pagamento?
L’INPS può chiedere il rimborso di somme percepite dai contribuenti illegittimamente. È proprio quello che sta accadendo in questi giorni, con i cittadini preoccupati di dover sborsare ingenti cifre. Scopriamo qual è il motivo.
Tra le indennità erogate dall’INPS c’è la NASPI. Viene concessa ai cittadini che rimangono senza lavoro per motivi indipendenti dalla loro volontà. Grazie alla NASPI si avrà il tempo di cercare una nuova occupazione mentre si riceve un assegno mensile pari al 75% della retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni con limite massimo di 1.550,42 euro. La durata delle erogazione non supera i 24 mesi.
I versamenti scattano previa domanda da parte dell’interessato. L’INPS permette di chiedere anche l’anticipo dell’Indennità qualora il disoccupato volesse avviare un’attività di impresa per costruire da zero la propria vita. Può accadere, però, che ad un certo punto tale attività si debba interrompere. L’ente della previdenza sociale allora chiederà indietro i soldi della NASPI ma solo parzialmente secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione.
Ci sono casi in cui l’INPS può chiedere la restituzione integrale della NASPI e casi in cui dovrà accontentarsi della restituzione parziale dell’importo. Se per cause di forza maggiore, per un disastro naturale o un evento imprevisto il lavoratore non potrà più continuare a svolgere l’attività di impresa avviata grazie all’anticipo della NASPI allora l’ente potrà chiedere unicamente il rimborso parziale delle somme erogate con riproporzionamento in base al periodo di lavoro subordinato effettivo.
Tutta la NASPI non dovuta, invece, può essere richiesta in caso di doppia erogazione dell’indennità di disoccupazione o qualora venissero meno i requisiti di accesso alla misura. L’INPS procederà con l’invio della domanda di rimborso che il cittadino “colpevole” dovrà pagare subito per evitare l’iscrizione a ruolo delle somme con possibile successivo pignoramento dei beni. Già l’iscrizione a ruolo farebbe scattare sanzioni e interessi di mora con incremento dell’importo dovuto all’ente della previdenza sociale.
Nel caso in cui il contribuente verificando la propria posizione si accorgesse di non aver percepito illegittimamente alcuna somma può chiedere spiegazioni all’INPS presentando richiesta di chiarimenti e appurando così il diritto alla prestazione o meno. Attestando l’infondatezza della domanda di rimborso si potrebbe procedere avanzando ricorso amministrativo e continuando per vie legali qualora l’ente della previdenza sociale rifiutasse di cancellare la richiesta di restituzione dei soldi.
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