L’assegno di invalidità è una prestazione temporanea e diventa definitiva solo dopo un lasso di tempo, ma l’INPS la può revocare? Scopriamolo
Con la circolare INPS n. 1 del 2 gennaio 2024, l’Istituto ha comunicato i nuovi importi per l’anno 2024 e i nuovi limiti di reddito. Inoltre, sono riportate tutte le nuove disposizioni sulla revisione dell’assegno.
Da precisare che l’assegno di invalidità civile è una prestazione assistenziale, mentre l’assegno di invalidità ordinario è un trattamento economico riservato ai lavoratori che hanno riduzione della capacità lavorativa di oltre i 2/3.
Per poter ottenere l’assegno di invalidità, oltre la capacità lavorativa ridotta di 2/3 permanente, è richiesta una contribuzione non inferiore a cinque anni, o tre anni di contributi accreditati negli ultimi cinque anni.
Sono esclusi dal calcolo dei contributi richiesti i periodi del servizio militare eccedente al servizio di leva; il congedo parentale; il lavoro prestato all’estero non protetto da convenzioni o accordi internazionali; periodi contributivi differenti da quella assicurativa IVS.
L’importo dell’assegno di invalidità può essere sottoposto a delle riduzioni nei casi seguenti:
I limiti di reddito, per effetto della rivalutazione, sono aggiornati al primo gennaio 2024.
L’assegno di invalidità crea molti dubbi sulla sua rivedibilità. Un Lettore ha chiesto agli Esperti di Informazioneoggi.it, come mai gli è stato concesso l’assegno di invalidità definitivo ma rivedibile. Inoltre, chiede se l’INPS può revocare l’assegno.
Precisiamo che l’assegno di invalidità è una prestazione temporanea che diviene definitiva al terzo rinnovo triennale. È sempre possibile, per l’INPS, disporre in qualsiasi momento accertamenti medici per verificare se sussistano ancora i requisiti sanitari richiesti per il diritto alla prestazione economica.
Anche se alquanto rara, l’INPS può revocare la prestazione. Nel caso del nostro Lettore, non dovrà più presentare la richiesta di rinnovo della prestazione, ma il diritto dell’assegno è garantito a vita, nel caso le condizioni di salute dovrebbero migliorare notevolmente.
In effetti, qualora dagli accertamenti sanitari, richiesti dall’INPS, risulti venir meno lo stato invalidante o di inabilità, l‘Istituto può dar luogo alla revoca della prestazione in atto con effetto dal primo giorno del mese successivo all’accertamento sanitario.
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