Migliaia di pensionati hanno la possibilità di ricevere un considerevole incremento sulle prestazioni percepite. Come richiederlo?
Rendere le pensioni più ricche è diventata una vera e propria necessità negli ultimi anni. A causa della crisi economica e dell’incremento del costo della vita, anche il sistema previdenziale italiano si è ritrovato sull’orlo del collasso.
I pensionati, dunque, devono fare i conti con assegni miseri e non sufficienti allo svolgimento di una vita dignitosa. Compito dei Governi sarebbe tutelare le fasce più deboli della popolazione, predisponendo aiuti economici e benefici fiscali, oppure ideando soluzioni efficaci per incrementare l’importo delle prestazioni previdenziali.
Per garantire l’uguaglianza sociale, è stata introdotta una misura che permette a una determinata categoria di pensionati di percepire un cospicuo aumento, pari a circa 634 euro. Il beneficio è già richiedibile e rappresenta un’occasione imperdibile per tantissime persone. Scopriamo tutti i dettagli.
I vedovi titolari di pensione di reversibilità e invalidi civili al 100% hanno diritto a un aumento della prestazione. Si tratta del cd. assegno integrativo di vedovanza ed è riservato a tutti coloro che possiedono i seguenti requisiti:
In relazione a quest’ultimo presupposto, la legge richiede che il percettore rientri nella tabella n. 19 dell’ANF, indicata nella Circolare INPS n. 65 del 15 maggio 2024. In essa viene specificato che la maggiorazione non spetta a tutti i beneficiari in egual misura, ma dipende dal reddito annuo percepito.
Nel dettaglio, si ha diritto a 52,91 euro al mese, in caso di reddito fino a 33.274,22 euro, oppure a 19,59 euro, in caso di reddito compreso tra 33.274,23 e 37.325,55 euro. Chi percepisce la maggiorazione piena, di conseguenza, otterrà un totale di 634,92 euro all’anno, mentre chi percepisce la maggiorazione parziale riceverà 235,08 euro annui.
Per ricevere l’assegno integrativo di vedovanza bisogna inviare domanda all’INPS, nel momento dell’inoltro della richiesta per la pensione di reversibilità oppure successivamente, tramite domanda di ricostituzione. Nel secondo caso, tuttavia, si possono ottenere fino a 5 anni di arretrati e non oltre 3 mila euro.
La maggiorazione, una volta riconosciuta, viene erogata con la pensione di reversibilità. I lavoratori dipendenti ricevono la somma direttamente in busta paga dal datore di lavoro; quest’ultimo, poi, avrà diritto alla restituzione dell’importo dall’INPS. I pensionati, invece, ricevono personalmente la prestazione.
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