Insieme alla pensione di reversibilità si può ottenere un’altra prestazione e raggiungere una cifra molto elevata. Di cosa si tratta?
La pensione di reversibilità è l’assegno che spetta ai familiari superstiti di un pensionato deceduto. In particolare, ne hanno diritto il coniuge, i figli minorenni o maggiorenni fino a 26 anni iscritti all’università o quelli inabili al lavoro e i genitori, i nipoti, di fratelli e le sorelle (in assenza del coniuge e dei figli).
Lo scopo della misura è assicurare che i superstiti continuino ad avere lo stesso stile di vita anche dopo la morte del pensionato. Costituisce, dunque, un fondamentale strumento di sostegno, in una situazione di profonda tristezza e disagio. Non tutti, però, sanno che la pensione di reversibilità può essere percepita insieme a un’altra essenziale misura di sostegno.
La cumulabilità delle prestazioni consente ai soggetti o ai nuclei familiari di affrontare difficili condizioni economiche in maniera più serena, grazie all’erogazione di una somma mensile che ammonta quasi a 600 euro. Chi ha l’opportunità di incrementare l’ammontare della pensione di reversibilità grazie all’ulteriore prestazione? Quali benefici si possono ottenere? Scopriamo cosa stabilisce la normativa di riferimento.
La pensione di reversibilità è compatibile con un altro fondamentale strumento di sostegno economico: l’Assegno Sociale. Si tratta della misura che spetta alle persone economicamente svantaggiate e che, per il 2024, ha un importo di 534,41 euro al mese per 13 mensilità, per un totale di 6.947,33 euro l’anno.
Attenzione, però, perché quest’ultima prestazione non rappresenta un diritto al pari della reversibilità ed è riconosciuta solo a coloro che possiedono specifici requisiti.
Bisogna, infatti, rispettare precisi parametri di reddito. In caso contrario, i due istituti non sono cumulabili. L’Assegno Sociale viene accreditato pienamente solo a coloro che hanno un reddito corrispondente a zero. Se ci sono altre entrate, invece, come la pensione di reversibilità, la somma spettante viene decurtata seguendo tale formula: Assegno Sociale annuo – reddito annuo /13.
L’Assegno Sociale, quindi, non è compatibile con la pensione di reversibilità nell’ipotesi in cui il percettore abbia un reddito annuo superiore a 6.947,33 euro. Di conseguenza, le due prestazioni sono riconosciute contemporaneamente soltanto se la pensione di reversibilità ha un importo minore dell’Assegno Sociale. Per esempio, se Tizio riceve 300 euro al mese di reversibilità e non possiede altri redditi, ha diritto anche all’Assegno Sociale e, dunque, a una maggiorazione mensile di 234,41 euro.
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