La Legge di Bilancio 2025 contiene delle importanti precisazioni sugli scaglioni IRPEF per il calcolo dell’imposta.
Nel 2024, il Governo ha provveduto alla riduzione degli scaglioni IRPEF, da quattro a tre. Questo cambiamento ha portato delle incredibili novità per tantissimi contribuenti, che hanno ricevuto un aumento in busta paga o sul cedolino della pensione.
In particolare, coloro che hanno percepito un reddito compreso tra 15 mila e 28 mila euro hanno potuto risparmiare due punti percentuali di tassa, rispetto al previgente sistema basato su quattro scaglioni. Per tale motivo, la nuova Manovra finanziaria ha confermato il meccanismo a tre aliquote. Ma l’Esecutivo ha dichiarato che, per il 2025, potrebbero esserci ulteriori novità relative all’IRPEF e al possibile incremento di stipendi e pensioni. Facciamo il punto della situazione.
Anche nel 2025 l’IRPEF verrà calcolato tenendo conto del metodo progressivo, basato su tali scaglioni:
Ovviamente, chi dovrà pagare un’imposta meno elevata riceverà uno stipendio e una pensione netti più ricchi. L’Esecutivo, però, ha specificato che ci sarà anche un’altra novità fiscale: il CPD, ossia il Concordato Preventivo Biennale.
Consiste in un accordo che i contribuenti possono scegliere di utilizzare con l’Agenzia delle Entrate, per mezzo del quale le imposte da pagare vengono determinate, per due anni, non sui guadagni effettivi ma sull’ammontare che, secondo il Fisco, dovrebbe essere a carico del contribuente interessato. In particolare, possono usufruirne coloro che hanno aderito al regime forfettario, gli assoggettati agli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità) e chi esercita attività imprenditoriali, professionali e artistiche.
Si prevede che l’adesione al CPD possa portare numerosi vantaggi per le finanze pubbliche; se questo accadrà, il Governo ha dichiarato di essere pronto anche a ridurre le aliquote IRPEF per tutti e tre gli scaglioni, per il prossimo anno.
Nel dettaglio, si applicherà l’aliquota del 23% per i redditi fino a 28 mila euro, del 33% per i redditi superiori a 28 mila e fino a 60 mila euro e l’aliquota del 43% per i redditi superiori a 60 mila euro. Di conseguenza, i contribuenti potrebbero beneficiare di ulteriori riduzioni sulle tasse e di incrementi sulle pensioni o in busta paga. I vantaggi interesseranno anche i lavoratori autonomi.
Quest’ultima opzione, al momento, costituisce solo un’ipotesi e bisognerà attendere i dati relativi al Concordato Preventivo Biennale per stabilire la sussistenza delle condizioni per attuare la riforma fiscale.
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