La Legge di Bilancio contiene un elenco dettagliato degli strumenti pensionistici fruibili anche il prossimo anno. Ecco di quali si tratta.
Come ogni anno, con la Manovra finanziaria vengono confermate le modalità consentite per accedere al pensionamento. I lavoratori che intendono lasciare il proprio impiego nei prossimi mesi possono, dunque, scoprire quali strumento avranno a disposizione e quali saranno le condizioni per il congedo definitivo.
Nonostante le promesse fatte durante la campagna elettorale, la nuova Legge di Bilancio non prevede delle modifiche alla Legge Fornero, né l’aumento a 1.000 euro delle prestazioni inferiori al minimo. Sono state, però, scongiurate le paure di quei contribuenti che temevano la cancellazione della maggior parte delle misure di pensionamento anticipato.
Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, infatti, sarebbero scadute a dicembre 2024 e, fino a qualche giorno fa, non era certa la loro riconferma. Almeno nel 2025, dunque, non ci sarà un ritorno totale ai requisiti imposti dalla Legge Fornero, lasciando la possibilità a tantissimi lavoratori di smettere anche con 64 anni di età. Ma vediamo quali saranno le possibilità disponibili.
La Legge di Bilancio 2025 non ha rivoluzionato il sistema delle pensioni, ma ha semplicemente prorogato la maggior parte degli strumenti in scadenza nei prossimi mesi. I lavoratori, dunque, potranno beneficiare di Quota 103, accessibile con 62 anni di età e 41 di contribuzione, con ricalcolo contributivo della prestazione.
Chi ha 63 anni di età e appartiene a una delle categorie dei disoccupati, invalidi almeno al 74%, caregivers o addetti a mansioni gravose potrà richiedere l’Ape Sociale. Sarà, tuttavia, necessario il possesso di 30 anni di contributi (36 per i lavoratori che svolgono attività gravose).
Le lavoratrici con almeno 61 anni di età e 35 di contribuzione, invece, potranno beneficiare di Opzione Donna. Lo strumento, però, è riservato solo alle invalide al 74%, alle caregivers o alle licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Alle madri spetta uno sconto sul requisito anagrafico di un anno, se hanno un solo figlio, o di due anni, se hanno più di un figlio.
La Manovra finanziaria ha confermato anche il cd. Bonus Maroni, ossia l’incentivo riconosciuto a coloro che hanno maturato i requisiti per usufruire della pensione anticipata ma decidono di restare in servizio. Consiste nello sgravio contributivo (e, quindi, nell’aumento dello stipendio netto) del 9,19% per il settore privato o dell’8,80%, per il settore pubblico.
Dal prossimo anno, infine, si riapplicherà il vecchio metodo di rivalutazione delle pensioni, con adeguamento al tasso di inflazione pari al 100% per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo. Per la categoria di prestazioni comprese tra le 4 e le 5 volte il minimo, invece, la rivalutazione sarà del 90%, mentre per quelle superiori a 5 volte corrisponderà al 75%.
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