Se un correntista ha debiti con la banca e muore, i superstiti potrebbero andare incontro a gravi ripercussioni. Come scongiurarle?
Avere dei debiti non saldati provoca sempre una serie di problematiche, soprattutto se il creditore è una banca. La questione potrebbe degenerare nel caso in cui il debitore muoia, perché a pagarne le conseguenze sarebbero i familiari superstiti, come il coniuge e i figli.
Cosa succede se un conto corrente bancario rimane “scoperto” a causa di un ingente debito con la banca? I familiari possono chiedere la chiusura di tale conto senza rischiare conseguenze e senza saldare la somma, tramite la cd. rinuncia dei beni?
La legge, per fortuna, disciplina in maniera accurata tale situazione, chiarendo quali sono le operazioni che i superstiti devono effettuare per ottenere idonea tutela. Scopriamo, dunque, il metodo legale per non pagare i debiti bancari in seguito al decesso del correntista.
I familiari superstiti di un correntista debitore con l’istituto di credito devono provvedere alla rinuncia dell’eredità, se non vogliono subentrare nelle obbligazioni del deceduto. Attraverso l’atto di rinuncia, infatti, i creditori (in tal caso, la banca) non possono pretendere il pagamento delle somme insolute agli eredi.
La rinuncia all’eredità va effettuata dinanzi a un notaio oppure in Tribunale, innanzi dal cancelliere. Si tratta di un’operazione che coinvolge l’intera eredità; questo significa che non è consentito rinunciare soltanto ai debiti e accettare eventuali altri beni.
Anche in caso di rinuncia, però, gli eredi hanno diritto alla pensione di reversibilità, al TFR e alle ultime mensilità da parte del datore di lavoro del defunto, all’assicurazione sulla vita o sulla morte e all’abitazione nella casa coniugale.
È importante sottolineare che, sebbene non esista un termine massimo per la rinuncia, sarebbe opportuno procedere quanto prima, per evitare che il silenzio venga qualificato come tacita accettazione dell’eredità. Quest’ultima, infatti, precluderebbe per sempre la possibilità di rinuncia. I familiari che hanno il possesso dei beni del defunto, però, hanno l’obbligo di presentare l’inventario di tali beni entro 3 mesi dal decesso e di procedere con la rinuncia entro i successivi 30 giorni.
In alternativa, i superstiti potrebbero chiedere alla banca di giungere a un accordo per eliminare i debiti contratti dal defunto. Ma tale operazione varrà come accettazione tacita dell’eredità. Per questo motivo, consigliamo sempre di valutare attentamente la situazione ed effettuare prima un colloquio informale con l’istituto di credito.
La rinuncia all’eredità, in conclusione, rimane l’unico metodo efficace per non pagare i debiti di un correntista deceduto, ma va compiuta rispettando precise tempistiche, per evitare conseguenze irreversibili.
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