Cosa succede quando si depositano soldi e risparmi sul conto corrente in banca o in posta: molti non sanno di questo dettaglio
Sono tanti e diversi gli aspetti che riguardano a vari livelli l’economia e che stanno a cuore a tantissimi, e tre questi di certo vi è un’attività che risulta essere particolarmente importante, quella legata al deposito dei soldi sul conto corrente e ai risparmi: si tratta di un’azione che si lega alla propria stabilità economica, ma al riguardo non tutti conoscono un dettaglio particolare, di cosa si tratta?
Depositare i risparmi sul conto corrente, dunque, affidandoli ad un Istituto di Credito, è un’attività importante, che li mette al riparo, ed è ormai ben diffusa, poiché sono in tanti, rispetto al passato, che agiscono in tal senso, rispetto a quando lo stipendio ricevuto dai lavoratori veniva custodito tra le proprie mura domestiche.
Quella menzionata potrebbe essere un’azione forse oggi più diffusa tra le persone anziane, con qualcuno che potrebbe finire per prelevare tutto l’assegno pensionistico, ma sui grande numeri è ormai impiegato l’utilizzo del conto corrente per il deposito.
Ma come detto in apertura, c’è un dettaglio che molti non sanno. Qual è?
Conto corrente e risparmi depositati: cosa dice l’articolo 1834 del codice civile
L’attività legata al deposito dei soldi e dei risparmi sul conto corrente, o quando questi sono lasciati sullo stesso, avviene ormai con frequente costanza, ed a parlarne nel proprio approfondimento è Proiezionidiborsa.it, che menziona in tal senso l’articolo 1824 del Codice Civile.
Andando nello specifico, tale articolo, viene spiegato, stabilisce che l’Istituto di Credito diventa proprietario delle somme di denaro che sono versate dal correntista, ma che al contempo è tenuto alla restituzione degli importi. La banca o la posta, si legge, ne diventa proprietaria essendo però obbligata alla restituzione, alla scadenza pattuita oppure nel caso di richiesta del soggetto depositante.
In termini giuridici: “Nei depositi di una somma di denaro presso una banca, – si legge – questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria”.
A dar forza a tale concetto, Proiezionidiborsa.it spiega che vi è anche la Direttiva n.2014/59 dell’Unione Europea riguardante la normativa in materia di fallimenti bancari. Sin dal 2016 è invigorì il bail-in, il “salvataggio dall’interno”, riguarda l’ipotesi di poter attingere ai depositi in specifici e particolari casi. Qualora l’istituto di credito incorra nel rischio di un fallimento, si legge, può attingere dalla risorse finanziare interne, e far leva sui propri azionisti e creditori.
Si tratta di casi estremi in cui la banca, mediante il bail-in, è autorizzata a prelevare il denaro dei correntisti, ma soltanto nei casi in cui i depositi siano maggiori di euro 100 mila. Ad ogni modo, ciascuno può approfondire nel dettaglio i temi in questione per comprendere di più, anche mediante un confronto con esperti del campo e professioni del settore.