Riforma pensione: estensione dei lavori usuranti anche per OSS e infermieri

La riforma pensione è un nodo difficile da sciogliere, tra le tante proposte, i sindacati chiedono l’inclusione nei lavori usuranti anche degli OSS e infermieri. 

In un Audizione alla commissione Lavoro al Senato la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), ha spiegato che il lavoro degli infermieri e del personale OSS non è un lavoro “gravoso” come finora catalogato ma si tratta di un lavoro usurante.

infermieri

In effetti, gli infermieri rientrano solo in via residuale tra i requisiti richiesti nel lavoro usurante, in quanto alcuni dipendenti svolgono un lavoro notturno. Rientrano infatti, in questa categoria chi presta almeno sei ore del periodo notturno per un minimo di 78 notti all’anno. Inoltre, sono considerati lavori usuranti l’impiego nella fascia oraria dalle 24:00 alle 5:00 per almeno tre ore, pari ad un periodo all’intero anno lavorativo. Considerare gli OSS e gli infermieri nei lavori usuranti, consentirebbe la possibilità a queste categorie di accedere alla pensione anticipata. Si tratta della cosiddetta quota 97,6  con 61 anni e 7 mesi di età e un requisito contributivo di 35 anni.

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Riforma pensione: estensione dei lavori usuranti anche per OSS e infermieri

Questa categoria di lavoratori è sottoposta a stress continuo, la pandemia ha aggravato i loro turni, ormai sono anni che gli infermieri sono chiamati a svolgere attività superiore a quelle dettate dai turni di lavoro. Questo è evidenziato anche dalle somme erogate dalle Regioni per le ore degli straordinari. È una situazione che si protrae dal 2009 che poi si è accentuata con la pandemia, il tutto è legato alla carenza dei organici.

L’associazione rileva come il mero parametro del numero dei turni di notte effettuati nell’arco dell’anno, non è giustificato in un’attività che ha la responsabilità di vite umane.

Inoltre, sempre sul tavolo tecnico del Governo, i sindacati chiedono che sia approvata la possibilità di pensionamento a  62 anni di età e 20 anni di contributi o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

Intanto, è saltato l’appuntamento del 7 febbraio, e non si sa quando sarà fissato il prossimo incontro.

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