Lavoro e “guadagnare facile” solitamente non vanno bene insieme. Ma chi ha bisogno di soldi potrebbe cadere in trappola. E prendersi anche 5.000 Euro di multa.
“Cercare lavoro è un vero e proprio lavoro”. Forse è una frase detta da qualcuno di famoso, o forse è un pensiero che è passato per la testa a tutti noi, almeno una volta nella vita. In Italia sono decenni che trovare un impego è molto più difficile rispetto ad altri Paesi. E vale per tutti, sia per chi ha concluso un ampio percorso di studi sia per chi ha terminato prima ma è disposto ad accettare lavori più usuali. Gli annunci sono svariati, ma pochi offrono davvero delle buone opportunità.
Molto spesso, poi, si trova lavoro grazie ad una conoscenza. E non stiamo parlando di raccomandazioni “illecite”, ma proprio di un fenomeno molto comune. Il passaparola spesso funziona più che le piattaforme specializzate nel far incontrare domanda e offerta di lavoro. Non menzioniamo volutamente i Centri per l’Impiego zonali, che purtroppo sono tristemente noti per gli scarsi risultati.
Ecco che allora si “sfogliano” pagine internet per cercare un lavoro, qualsiasi lavoro, pur di riuscire a soddisfare i propri bisogni, primari o secondari che siano. E c’è da stare molto attenti. I truffatori sanno benissimo quali leve smuovere per ottenere quello che vogliono. Il bisogno di denaro è una di queste. Tramite (falsi) annunci di lavoro, contatti diretti, social network e anche passaparola assoldano “vittime” da sfruttare. E non è tutto. Siccome l’ignoranza della Legge non è ammessa, chi viene “beccato” si prende pure una multa da 5.000€. Ma andiamo a capire meglio in che tipo di truffa si può cadere.
Guadagnare facile, attenzione a non diventare un “money mule”
Come suggerisce il termine inglese, “money mule” significa letteralmente “mulo del denaro”. Il “mulo” è una persona che accetta, più o meno inconsapevolmente, di far movimentare denaro sporco sui suoi conti. Il money muling è quindi un fenomeno legato al riciclaggio, e di conseguenza illegale. I truffatori convincono le persone bisognose di un lavoro – o di soldi – ad effettuare operazioni illecite, anche all’estero e con diversi mezzi finanziari, in cambio di una “parcella”.
Le vittime vengono scelte accuratamente dai malintenzionati. Cercano attraverso annunci online di lavoro apparentemente legali, ma anche tramite social, soprattutto ragazzi giovani, stranieri o persone in particolare difficoltà economica. Come accennato, non sempre il malcapitato capisce a quale “gioco” pericoloso stia giocando. I soldi verranno movimentati – dopo essere stati “ripuliti” – verso conti di altri malviventi. Ma possono essere perpetrate anche truffe online, phishing e altri tipi di reati.
Negli ultimi anni, l’Europol ha promosso tantissime campagne informative per far conoscere il più possibile questo pericoloso fenomeno. È proprio recente, tra l’altro, lo smantellamento di un’organizzazione: tramite l’Operazione “EMMA7” sono stati incarcerati più di 1.800 malfattori e identificati ben 18.000 “muli”. Il fatto triste è che per i “muli” non sono previsti “sconti di pena” ed è molto facile che una volta individuati vengano considerati “complici”. Chi per necessità, ignoranza o bisogno ha aiutato i delinquenti, rischia grosso, anche 5.000€ di multa.
Il consiglio è ovviamente quello di fare molta attenzione agli annunci di lavoro, soprattutto quelli che non specificano subito quale tipo di professionalità/competenze ricercano, quelli che promettono “alti guadagni in breve tempo” o anche quelli che cercano qualunque persona “anche senza nessuna esperienza”. E di sicuro sono da evitare come la peste quelle persone che poi, ad un “colloquio di lavoro”, chiedono di poter usare il conto corrente del “lavoratore” per effettuare operazioni bancarie.