Digitale terrestre, cosa cambia per 7 regioni dal 1 Marzo

Novità sul digitale terrestre per sette regioni italiane. Vediamo nel dettaglio cosa cambierà a partire dal 1 marzo di quest’anno. 

Continuano gli aggiornamenti sul digitale terrestre. A partire dalla data del 1 Marzo 2022 avrà infatti inizio la fase conosciuta con il nome di “refarming” in altre sette regioni d’Italia.

Con questo termine si intende la riorganizzazione delle frequenze tv sul territorio. Nel nostro paese infatti è iniziato un processo per spostarsi su frequenze più basse. Nello specifico, gli aggiornamenti in corso porteranno le vecchie televisioni a lasciare i 649 MHz per spostarsi su 790 MHz.  

In una prima fase si era inglobata l’Area 1 costituita dalla Sardegna. In seguito era poi toccato alle aree 2 e 3, che comprendono le regioni del Nord Italia, con eccezione della Liguria. Adesso invece i nuovi aggiornamenti arriveranno anche nell’Area 4, che è formata dalle regioni del centro nord e dalla Sicilia. Frequenza per cui oltretutto gli operatori hanno già pagato per il loro acquisto. La gara era stata indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2018. 

Digitale terrestre, a cosa serve questo nuovo passaggio di frequenze?

Come mai questa nuova sintonizzazione? Perché bisogna lasciare gradualmente spazio all’introduzione del 5G sul territorio. Gli operatori infatti si approprieranno delle frequenza lasciate dalle vecchie tv per implementare la nuova rete dati veloce in 5G. Una situazione che, naturalmente, ha scontentato molto i vecchi broadcast che si sono però dovuti adeguare. 

Chi dunque risiede in una delle sette regine comprese nell’area 4 deve fare attenzione. Potrebbe infatti a causa di questo cambio di frequenza non vedere più alcun canale. Non vi è comunque da preoccuparsi in quanto il refarming non comporta nessun cambio strutturale. E questo significa che l’utente, a quel punto, dovrà semplicemente sintonizzare di nuovo il decoder. Bisognerà fornire l’istruzione al televisore immettendo il numero LCN del telecomando. 

La protesta delle emittenti locali per i costi del cambio di codec

Naturalmente, a questo cambio di frequenza va associato anche quello di codec. Con questo termine si intende lo standard di compressione immagini video supportati dal dispositivo. Anche qui infatti si verificherà un cambiamento per i decoder. Questi passeranno dal formato MPEG-2 al MPEG-4. Quest’ultimo passaggio è forse il maggiore disservizio che si offre alle emittenti del territorio. 

Aderire a questo nuovo passaggio per immagini e video, richiede infatti un costo economico che non tutte saranno in grado di sostenere. Per questo ad esempio, in Sicilia oltre ottanta emittenti locali sono in rivolta contro questo processo di “reframing” che sta per iniziare. Uno scontento profondo, e di recente è stata anche inviata una lettera al Presidente della Repubblica per chiedergli di prendere in considerazione la loro protesta. Le Regioni di Area 4 interessate dal refarming sono le seguenti: Sicilia, Puglia, Abruzzo, Marche, Molise, Calabria, Basilicata. 

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