La misura più amata e contestata allo stesso tempo. Assolutamente unica sotto numerosi punti di vista. Il Reddito di cittadinanza.
Una operazione che negli anni ha diviso abbastanza la cittadinanza italiana. Da una parte i favorevoli dall’altra i contrari. Da un lato un progetto abbastanza delineato nei fatti, in teoria un po’meno, dall’altra una opposta visione di Stato e giustizia sociale. L’Italia, di fatto è stata divisa in due dal Reddito di cittadinanza. Tutto è cambiato dalla sua ufficializzazione. La misura più contestata ed allo stesso tempo amata dai cittadini.
Trascorso ormai qualche anno dall’ufficializzazione di questa tanto contestata misura è giusto confrontarsi a questo punto con quanto prodotto dalla stessa finora. Negli anni abbiamo visto una applicazione di fatto poco rispondente al disegno teorico della parte politica che ha di fatto ideato la stessa operazione. Qualcosa di molto diverso che ha causato negli anni non pochi dissidi tra gli stessi cittadini divisi in pro e contro, di fatto. Conflitto che in qualche modo ha riguardato anche lo stesso Parlamento con favorevoli e contrari alla misura.
Ad oggi, quindi, il Reddito di Cittadinanza resta una dinamica in qualche modo forse inespressa. Milioni e milioni di euro versati mensilmente nelle tasche degli aventi diritto e di conseguenza, a ruota migliaia di controlli per capire se effettivamente i soggetti in questione rispondono alle autocertificazioni inoltrate. Numerosissimi i casi, nei mesi passati di veri e propri truffatori del reddito, i classici furbetti imbucati pur di strappare a fine mese un dignitoso assegno. Ma come funziona realmente il Reddito di cittadinanza, molti ancora se lo chiedono, molti ancora provano a capire realmente come vanno suddivise le varie quote percepite.
Reddito di cittadinanza, cosa compri e cosa no: cosi si spende l’assegno mensile
Iniziamo specificando che l’importo percepito mensilmente dagli aventi diritto va suddiviso in varie parti, considerato anzi in varie parti. Una di queste può essere di fatto prelevata ed utilizzata in contanti, un’altra può essere utilizzata per l’acquisto di beni di prima necessità e per la cura della persona. Il limite per quel che riguarda gli importi prelevabili in contanti è di 100 euro al mese per single o 210 per le famiglie. Un’altra parte ancora della quota percepita mensilmente può essere utilizzata per il pagamento del canone di locazione o del mutuo intestati in ogni caso al destinatario della misura in questione.
Ricapitolando quindi con l’importo erogato mensilmente è possibile effettuare
- acquisti di beni di prima necessità
- pagamento delle bollette utenze (luce, gas, acqua, ec);
- un bonifico al mese per il pagamento del canone di affitto
- un bonifico al mese per il pagamento della rata del mutuo
- prelievi di denaro contante fino ad un limite di 100 euro al mese per i single e di 210 euro al mese per famiglie più numerose.
Il rischio concreto per i percettori di Reddito di cittadinanza resta legato all’ipotesi di acquisto di beni non presenti nella lista ufficializzata dagli stessi organi competenti. Numerosi infatti nei mesi passati i cittadini trovati di fatto a barare sia per quanto riguarda l’utilizzo dei soldi erogati e sia per quel che concerne la legittimità della misura nei propri confronti. La legge in questo caso è chiara ed il cittadino stesso andrà a pagare le conseguenze del proprio atteggiamento.
Una misura insomma che ancora fa discutere, che divide e crea conflitto ma che per adesso tiene buona una bella fetta di popolazione che di questi tempi non è certo cosa di poco conto. Tra pandemia, crisi ed ora i venti di guerra non viviamo certo un momento felicissimo e facilissimo, tenere per cosi dire a bada parte della popolazione nazionale a questo punto sembra quasi convenire al Governo, almeno per il momento.