In un momento di profonda crisi come questa, la paura di andare incontro a una vera e propria crisi alimentare aleggia in tutta Europa.
E nelle ultime, c’è un’immagine che è diventata virale sul web. Una fotografia che mostra un filone di pane in Russia venduto al prezzo di 143,75 rubli. Una cifra che corrisponde a circa un euro e nove centesimo. Un prezzo che in teoria non dovrebbe allarmare in alcun modo, in quanto risulta in linea con il costo attuale.
Pane venduto a rate, la foto che ha fatto il giro del web
A spaventare nella foto è il contenuto che raffigura la seconda parte dell’etichetta che va oltre il prezzo. In questo c’è infatti scritto che è possibile pagare a rate, in dodici mesi e senza interessi. Ecco dunque spiegato il motivo di tanto clamore. La notizia oltretutto è arrivata subito nel nostro paese e ha fatto il giro del web. Molti media infatti hanno ritenuto l’immagine affidabile e iniziato a divulgarla.
Un modo forse per mostrare quanto fosse diventata ancora più difficile la vita a Mosca da quando Putin ha deciso di invadere l’Ucraina. Ma alla fine, si è scoperto che ci trovavamo di fronte a una vera e propria bufala. Una ricerca più approfondita ha infatti permesso in primo luogo di stabilire che l’immagine in questione è datata 2020.
Nulla a che fare con l’attualità, e si tratta invece di una fotografia messa in rete da un sito ucraino che da sempre diffonde contenuti contro la Russia.
Pane venduto a rate, perché si tratta di una fake news
A Mosca dunque al momento, non sono ancora arrivati al punto di dover pensare di comprare il pane a rate. E oltretutto sembra che l’immagine in questione, oltre ad essere vecchia, sia anche il frutto di un vero e proprio fotomontaggio. Questo comunque non significa che i vari allarmi che arrivano da tutto il vecchio continente sul prezzo del pane vadano sottovalutati.
C’è una notizia tragica ad esempio pubblicata in queste ore da una televisione locale ucraina, e rilanciata in seguito dal sito The Kyiv Independent. Dieci civili ucraina sarebbero infatti rimasti uccisi da un attacco militare del Cremlino mentre erano in fila per il pane.
L’emittente ucraina ha riferito di come “gli occupanti hanno sparato utilizzando l’artiglieria pesante. Molto probabilmente usando i missili Grad. Ricordiamo che dall’inizio dell’invasione russa nella regione di Chernihiv l’ufficio del pubblico ministero ha avviato almeno 200 procedimenti penali che possono essere qualificati come crimini di guerra. Va notato che il 15 marzo, a Bakhmachchyna, gli occupanti hanno sparato contro i dipendenti di un’azienda agricola che stavano per lavorare e una persona è morta”.
L’Italia e le conseguenze economiche della guerra
La situazione per quanto riguarda gli alimenti non è semplice nemmeno per il nostro paese. Se la situazione continua così ad esempio, molto presto finiremo le scorte di olio di semi di mais, di cui l’Ucraina è il principale produttore. E dato che parliamo di un prodotto molto importante per le nostre industrie, in quanto permette la realizzazione di pane, biscotti industriali e molto altro, non è chiaro cosa accadrà nei prossimi mesi.
Così come non sono ancora chiare in che modo arriveranno nel vecchio continente le ripercussioni delle sanzioni americane ed europee all’economia russa. Mosca ad esempio sta riflettendo se bloccare le esportazioni di grano, orzo e segale per affrontare al meglio l’emergenza sul territorio italiano. Si tratterebbe però di una scelta che danneggerebbe molti paesi importatori di questo prodotti in Europa.