L’uso di questi farmaci potrebbe influenzare la funzione cognitiva (perdita di memoria e demenza), lo dice la scienza.
Sempre più studi supportano l’idea che esiste un legame tra i batteri intestinali e la funzione cognitiva.
Una nuova ricerca indica come l’uso cronico di farmaci, in particolare gli antibiotici possano influenzare la funzione cognitiva disturbando il delicato legame tra l’intestino e il cervello.
I ricercatori del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School hanno analizzato le risposte elaborate da 15.129 infermieri. In precedenza, un recente ricerca aveva dichiarato che l’abuso di antibiotici potrebbe causare il cancro al colon, per la scienza esiste un legame. Ed esiste un legame anche per il declino cognitivo (perdita di memoria) fino alla demenza.
Gli infermieri, interessati allo studio, hanno completato un questionario sulla salute nel 2009 (questionario Nurses’ Health Study II). I dati inclusi nel questionario contenevano anche informazioni sull’uso di antibiotici da parte di ciascun partecipante nei quattro anni precedenti.
Inoltre, ogni infermiere ha completato una valutazione computerizzata della salute cognitiva di ogni partecipante. Quindi, i ricercatori, con la valutazione dei questionari, sono stati in grado di rilevare i collegamenti tra l’esposizione agli antibiotici e le varie patologie collegate. Inoltre, segnaliamo un importante ritiro di farmaci per la pressione arteriosa, il comunicato arriva dall’AIFA.
Abuso di farmaci e perdita di memoria
Come riporta il sito MedicalNewsToday, i partecipanti allo studio hanno effettuato una valutazione cognitiva computerizzata che è utilizzata per la demenza. La valutazione cognitiva è chiamata Stato Cog.
Tale valutazione ha considerato con una media di sette anni dopo la prima esposizione dei partecipanti agli antibiotici.
I test di CogState hanno misurato le prestazioni dei partecipanti, considerando quattro attività basilari:
1) rilevamento: premere un tasto quando si gira una carta da gioco;
2) identificazione: premere un tasto quando si capovolge un cartellino rosso.
3) apprendimento di una carta: al partecipante è mostrato il gioco delle carte e gli è chiesto di ricordare se ha visto la carta in precedenza;
4) one back: al partecipante è chiesto se una carta da gioco sullo schermo è la stessa di quella mostrata in precedenza.
Il punteggio rilevato ha permesso di individuare l’attenzione e la velocità psicomotoria. In effetti, si basa sulla rapidità con cui i partecipanti hanno risposto alla domanda posta in base ai cambiamenti ambientali. L’insieme dei punteggi per le attività analizzate, ha rilevato un “punteggio cognitivo globale“.
Uso frequente di antibiotici e declino cognitivo
La scelta dei partecipanti si è basata anche sull’età e l’istruzione. I ricercatori hanno rilevato che i partecipanti che hanno assunto antibiotici per due mesi o più, hanno rilevato piccole diminuzioni nei loro punteggi per velocità psicomotoria, attenzione, memoria di apprendimento e lavoro.
Questi punteggi di solito diminuiscono solo con l’età, ma i ricercatori hanno scoperto che “la relazione tra l’uso di antibiotici e la cognizione era più o meno equivalente a quella trovata per 3-4 anni di invecchiamento“.
Gli studiosi nella ricerca indicano che il declino cognitivo potrebbe essere rallentato modificando il microbioma intestinale, forse attraverso l’uso di integratori probiotici.
Inoltre, i ricercatori osservano che il loro studio “sottolinea l’importanza di un uso giudizioso degli antibiotici […] per ridurre al minimo le potenziali conseguenze a lungo termine dell’alterazione del microbioma intestinale“.
(Le informazioni presenti nell’ articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi).