Alcuni esemplari di monete celebri sembrano appartenere ad un passato lontanissimo, invece oggi ritornano più che mai.
Il vecchio conio, la lira dei sogni, quella che ha accompagnato l’Italia per tre diversi secoli ed i suoi tesori ancora oggi ricercati in ogni parte del mondo. Cosa sappiamo davvero circa le sue meraviglie, più che mai alla ribalta. La vecchia 10 lire ad esempio, quanto può valere oggi uno dei suoi esemplari? Cosa farebbero i collezionisti di tutto il mondo pur di averla?
Paesi e monete, connubi infiniti che trovano linfa vitale tra le pagine di storia mai dimenticate. Cosa sappiamo? Quanto conosciamo davvero di ciò che può aver legato ad esempio la storia di una moneta a quella del paese che l’ha coniata. Quanto conosciamo le dinamiche che oggi portano quelle stesse monete ad essere tra i pezzi più appetibili in un mercato che non conosce sosta alcuna, quello dei collezionisti. Esemplari storici che oggi più che mai sono riconosciuti come perle da valorizzare quanto più possibile.
Cosi come anticipato, la lira ed il nostro paese hanno praticamente condiviso complessivamente tre diversi secoli, dall’unità d’Italia fino all’arrivo della moneta unica europea nel 2002. Epoche che hanno visto lo scoppio di guerre, l’instaurarsi di regimi dittatoriali, stenti, povertà e ripresa, progresso. L’Italia insomma accompagnata in ogni sua saliente fase storica dall’immagine, dalla testimonianza della lira e delle sue innumerevoli versioni. Sempre al suo fianco anche e soprattutto nell’immaginario pubblico. Nel cuore e nell’anima insomma di tutti gli italiani.
La vecchia lira e i suoi tesori: le due principali versioni della 10 lire che fanno impazzire i collezionisti
Parlando di vecchia 10 lire l’attenzione cade per forza di cose sulle due versioni classiche, quelle che insomma hanno realmente scandito i tempi di messa in circolazione della moneta. Esemplare che, ricordiamolo, è rimasto “vivo” anche se con un valore praticamente nullo fino al 2002, anno di entrata in circolazione della moneta unica europea. Ci riferiamo dunque a due monete che hanno accompagnato gli italiani dal 1946 fino al 2002, dal dopoguerra fino ad un periodo del tutto diverso, una fase forse immaginata e sognata da decenni.
La 10 lire definita Ulivo prende chiaramente nome dall’immagine che fa bella mostra di se su una delle due facciate dell’esemplare. L’altra è riservata al cavallo alato Pegaso, in virtù di tale immagine spesso la moneta viene anche definita per l’appunto Pegaso. Coniata in materiale definito Italma per la prima volta nel 1946 con le seguenti dimensioni: 29mm per 3 grammi di peso. La sua produzione arriva spedita fino al 1950. Il primo esemplare in assoluto fu coniato con la classica scritta “prova” ma di questo non esiste alcun riscontro collezionistico. Nel 1946 il primo esemplare ufficiale, oggi scambiato per il piacere dei collezionisti di tutto il mondo ad un prezzo molto vicino ai 500 euro se in ottime condizioni di conservazione. In alternativa si va dai 200 ai 350 euro.
Gli occhi dei collezionisti però sono tutti puntati sull’esemplare dell’anno successivo, per l’appunto il 1947. In quel caso, per un “pezzo” in ottime condizioni di conservazione arriviamo ad una valutazione assolutamente incredibile, circa 1700 euro. In alcuni casi poi la stessa moneta è stata addirittura valutata in condizioni assolutamente speciale fino a circa 4500 euro.
Altro esemplare di altissimo profilo è quello definito “Spiga” sempre per l’immagine rappresentata su una delle due facciate. Parliamo di una moneta prodotta tra il 1951 ed il 1956 e poi tra il 1965 ed il 2001. Sempre in Italma la moneta è prodotta nelle seguenti dimensioni: 23,3 millimetri per 1,6 grammi. La versione collezionisticamente più valida della 10 lire Spiga resta quella del 1954 con un valore approssimativo in ottime condizioni molto vicino ai 100 euro. Le altre versioni valgono poco meno di 30 euro in base a vari fattori.
Un esemplare tenuto molto in considerazione dai collezionisti di ogni parte del mondo è quello coniato con un evidente errore nel 1991. Il lato rovescio in questo caso appare praticamente capovolto. 5 milioni di pezzi coniati per un valore che non supera mediamente i 60 euro. La 10 lire insomma, la vecchia 10 lire dice ancora la sua a voce alta. Il mercato le da ragione ed i collezionisti, da ogni parte del pianeta ancora provano a strapparla a relativi proprietari.