Pezzi di storia che oggi più che mai chiedono con autorevolezza di essere sempre più considerati dal mercato. Ed hanno ragione.
Quante monete al giorno d’oggi possono vantare valutazioni assolutamente eccezionali ed apparentemente fuori da ogni logica? Poche davvero poche. Tra queste abbiamo di sicuro la vecchia lira, capace di apparire letteralmente intramontabile per i collezionisti di ogni parte del mondo che sempre più numerosi continuano a reclamarne gli esemplari più rari.
Monete che hanno caratterizzato stagioni, intere fasi storiche, decenni, secoli addirittura. Il caso della vecchia lira è emblematico. Tre secoli percorsi accanto al nostro paese, chiaramente non tutti completi ma in ogni caso parliamo di tre dimensioni completamente opposte. La costante? La lira presente tra le nostre strade, le nostre vicende. Fine ottocento, tutto il novecento e primi anni del duemila. Ci troviamo di fronte ad un legame che non è certo considerato al pari di tutti gli altri, tra moneta, paese ed i suoi abitanti, anzi.
Come fa una moneta ad esprimersi fino a certi livelli? Fino ad entrare chiaramente nell’immaginario pubblico di un popolo? Beh bisogna averne senza alcun dubbio condiviso ansie, preoccupazioni e momenti di rinascita. La mille lire che rappresenta la speranza, l’aspettativa di vita desiderata, non può certo rappresentare un caso isolato. La musica, la televisione, il cinema, tutti hanno omaggiato ad esempio la vecchia lira. Questo vorrà pur dire qualcosa no? Ad oggi alcuni esemplari, in alcuni casi anche dopo più di 100 anni riescono ancora a pesare tanto sul mercato dei collezionisti.
La lira del re, il suo valore è immenso: esemplari che hanno fatto la storia e valgono 150mila euro.
Poche monete risalenti in alcuni casi anche alla fine dell’ottocento capaci ancora oggi di dettare letteralmente le condizioni. Ci troviamo di fronte ad esemplari che hanno dalla loro la capacità di rappresentare epoche ormai smarrite nel tempo. Ci troviamo al cospetto di “pezzi” circolati in momenti storici che resteranno per sempre alla base del percorso che a portato il nostro paese fino ai nostri giorni. Possedere un esemplare del genere in un certo senso vuol dire possedere un pezzo della nostra Italia, niente di più, niente di meno.
La moneta da 50 lire coniata nel 1864. Il re Vittorio Emanuele II u una delle due facciate, cosi come dinamica usuale a quei tempi. In particolari condizioni di conservazione il prezzo base per questa moneta raggiunge oggi l’incredibile cifra di 150mila euro. La 100 lire coniata nel 1880 dalla Zecca di Roma, chiaramente anche in questo caso abbiamo il profilo del re, per una moneta che ha un valore di partenza per una eventuale vendita pari a circa 83mila euro.
C’è poi la banconota da 1000 lire prodotta nel 1889 in occasione del Giubileo Sacerdotale. La cifra di partenza anche in questo caso è assolutamente incredibile. 73.200 euro, un prezzo che di certo la dice lunga sul prestigio ed il fascino dell’esemplare in questione. Gli 8 scudi di Carlo Emanuele II e la Quadrupla di Francesco Giacinto hanno inoltre partecipato con un valore reciproco di circa 20mila euro ad aste di monete appartenute anche a personaggi molto celebri che hanno fruttato in alcuni casi milioni e milioni di euro.
Ci troviamo insomma di fronte a vere e proprie opere d’arte nel proprio settore. Esemplari che riescono a valere decine e decine di migliaia di euro non possono essere considerate in altro modo. Monete che forse nessuno avrebbe mai considerato fino a questo punto fino a qualche anno fa che oggi rubano la scena alle versioni contemporanee o comunque molto più recenti. Fascino, prestigio e quel tratto che sa di storia vissuta, concreta, importante, determinante. Pezzi di epoche lontane che ancora oggi continuano incredibilmente a brillare di luce propria.