Rincari carburante, il continuo aumento ha portato tantissimi consumatori a scoprire il fenomeno delle pompe bianche. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
La situazione sul fronte dei rincari energetici non sembra migliorare, nonostante le misure varate dal governo Draghi. Ed è per questo che gli autotrasportatori si sono dichiarati disponibili in questi giorni a organizzare una nuova serie di scioperi.
L’esecutivo aveva provato settimane a calmierare la situazione con il decreto energetico. Nel testo, era stato disposto un taglio delle accise pari a venticinque centesimi per aiutare i consumatori e fare scendere il prezzo.
Rincari carburante, la situazione è sempre più difficile e consumatori italiani sono allo stremo
Il problema però è che parliamo di una misura temporanea. Questo taglio infatti ha validità di un mese, e spetta poi a Draghi stabilire se prorogarlo o meno. Oltretutto, ci sono dei settori industriali, come quello della pesca, che non ne hanno beneficiato in alcun modo. Questo perché si tratta di comprati a cui lo stato già concede il taglio delle accise, visto il consumo di nafta che fanno.
Non tutti lo sanno, ma un’imbarcazione ha bisogno di circa 600 litri di nafta a settimana per andare in mare. Oltre al costo dei marinai che sono a bordo. È bene oltretutto precisare che questi rincari energetici non nascono con la guerra in Ucraina. Si tratta infatti di un problema che ci trasciniamo dietro dallo scorso anno. Da quando cioè, senza motivi apparenti, le grandi compagnie petrolifere hanno iniziato a speculare sul prezzo dell’energia.
I consumatori italiani sono dunque sempre più disperati, anche perché il conflitto iniziato dalla Russia in Ucraina ha peggiorato la situazione. Anche perché forse non tutti ne sono a conoscenza, ma l’Italia importa da Mosca circa il quaranta per cento del gas per il fabbisogno interno.
Rincari carburante, ecco come le pompe bianche permettono di risparmiare
E tutti adesso stanno studiando dei nuovi modi per risparmiare sul costo del carburante. E questi sono i motivi, per adesso i cittadini cercano con sempre più insistenti le pompe bianche presenti sul territorio. Ma di cosa parliamo esattamente? La prima cosa da sapere è che queste pompe bianche sono conosciute anche come pompe “no logo”.
Si tratta di distributori di carburante indipendenti, slegati dalle grandi compagnie. Ed è proprio per questi, che sono in grado di offrire ai consumatori dei prezzi più convenienti su benzina e diesel. Molti guardano a questo fenomeno con diffidenza. Si pensa infatti a chissà quali manovre facciano questi piccoli produttori per fornire un prezzo del carburante più conveniente. In realtà la spiegazione è molto semplice, quasi banale. Nessuno ad esempio si è mai chiesto quanto incida sul costo della benzina, di una grande compagnia, il marketing e la pubblicità.
Hanno un peso molto rilevante che porta le grandi multinazionali del petrolio a farlo pesare sul consumatore nel prezzo finale. Bene, le pompe bianche invece non affrontano nessuno di questi costi. Ed è per questo che dunque possono proporre dei prezzi più competitivi sul carburante.
Nessuno sa quando i prezzi su energia e carburante finalmente scenderanno
In ogni caso, resta difficile al momento capire quando finalmente i prezzi su gas petrolio e materie prime, si abbasseranno. Anche perché l’occidente consuma materie prime in percentuali sempre più rilevanti. Basti solo pensare che nel 2022 abbia richiesto e consumato circa il 13 per cento in più rispetto al 2018. E in fondo è anche per questo la guerra in Ucraina ha disvelato le fragilità economiche di molte nazioni, che rischiano di avere serie conseguenze da questo conflitto.
Le difficoltà di approvvigionamento sono sempre più evidenti per molti paesi. Insomma, ci troviamo di fronte a una situazione molto critica, che potrebbe dare inizio a una recessione persino peggiore di quella paventata a causa del Covid.
Rincari carburante, la soluzione per il nostro paese sarà il ritorno all’economia circolare?
Per questo, molti economisti ed esperti internazionali chiedono adesso di cambiare modello. Soltanto il ritorno ad un’economia circolare, renderà sostenibile in futuro la situazione. Ma il nostro paese sarebbe davvero pronto a un cambiamento di questa portata? Di recente è uscito l’ultimo report redatto dal Cen, Circular Economy Network.
Lo scopo di questa analisi è esattamente quello di comprendere in che modo questa transizione possa rivelarsi sopportabile per la popolazione. Il centro sostiene che le potenzialità ci sono. Ma cambiare modello economico significa in primo luogo cambiare il nostro modo di pensare le risorse.
Ed è forse questo il vero dilemma con cui la nostra nazione si sconterà tra qualche mese. Evidente come se questi aumenti continuassero per troppo tempo, il mondo in cui abbiamo vissuto non sarebbe più sostenibile.