Alimenti, i prezzi continueranno a salire? Ecco che cosa sostiene un esperto

Alimenti, ormai da qualche i prezzi non smettono di salire e in molti si chiedono quando tutto questi finirà. Vediamo nel dettaglio la risposta di un esperto. 

I rincari energetici e lo scoppio del conflitto in Ucraina nel mese di febbraio, stanno lentamente annullando qualunque possibilità di vedere per il vecchio continente una reale ripresa economica per il 2022.

ALIMENTI PREZZI
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Al contrario, la situazione sta precipitando velocemente. Al punto che il premier Draghi in questi giorni, più o meno velatamente, sta dicendo una cosa molto chiara ai cittadini.

Ci sono dei nuovi sacrifici da fare, in particolar modo per quanto riguarda l’energia. Il nostro paese importa dalla Russia circa il 40 per cento delle forniture di gas che servono al nostro fabbisogno interno. pensare di poterle sostituire è pure utopia, ma in fondo questo discorso vale anche per altre nazioni come la Germania. 

Alimenti, una batosta forse più pesante persino dei rincari energetici

Proprio il ministro tedesco ha dichiarato in questi giorni che ci vorranno almeno due anni per diventare indipendente da un punto di vista energetico dalla Russia. C’è poi il problema del comparti alimentare. Qui da quando la guerra è iniziata i prezzi non smettono di salire. Le famiglie stanno lentamente riducendo i loro consumi. Non è una situazione semplice, i costi delle bollette sono alle stelle e molti alimenti stanno vedendo il loro prezzo lievitare. E nessuno sa con precisione quando si fermeranno questi rincari.

Di questo difficile momento ha parlato Fabio del Bravo , responsabili dell’area analisi di Ismea, l’istituto per i servizi per il mercato agricolo alimentare. 

Alimenti, ecco che cosa sostiene un esperto su questi rincari

Lo ha fatto in un’intervista concessa in questi giorni al quotidiano online generalista Today. Secondo del Bravo “La situazione è molto complessa, perché non trae origine da un’unica motivazione ma da una serie di fenomeni di eccezionale portata, che si sono sovrapposti, generando quella che i cronisti amano definire una tempesta perfetta. I forti rincari delle materie prime e dei prodotti energetici, che si stanno in parte trasferendo anche sui prezzi al consumo dei generi alimentari, risalgono infatti a ben prima della guerra in Ucraina, e sono riconducibili a un insieme complesso di fattori di natura congiunturale, geopolitica e speculativa.

A questo poi, spiega l’esperto, si deve poi aggiungere il fatto che i prezzi delle materie prime non smettono di salire, e questo è dovuto anche ad una domanda cinese che si fa sempre più importante. 

La guerra in Ucraina ha aggravata una situazione che era già critica

E la guerra in Ucraina insomma, ha aggravato una situazione che era già di per sé molto critica. Il problema che il vecchio continente si trova ad affrontare si sdoppia dunque tra il problema dei rincari energetici e quello delle derrate alimentari. Il rischio che molte nazioni in Europa abbiano nel medio termine problemi di approvvigionamento è molto più che reale.

Su questo del Bravo ha spiegato che “Russia e Ucraina – sebbene senza eccessiva rilevanza diretta sull’Ue – ricoprono un ruolo importante nelle forniture globali di grano, mais, soia, semi di girasole e, non ultimo, concimi. Si tratta quindi di incrementi che interessano sia verticalmente che trasversalmente tutte le filiere agroalimentari”.

Per il momento, la buona notizia è che i prezzi al dettaglio non sono aumentati di molto. A differenza ad esempio del costo del mangime che invece è cresciuto del 120 per cento mettendo in grossa difficoltà le aziende agricole produttrici.

Secondo l’esperto di Ismea “è verosimile che soprattutto per alcuni prodotti, i prezzi continueranno a salire fino a che le tensioni sui costi delle materie prime e dell’energia non si attenueranno. Anche se si dovrà fare i conti con un portafoglio dei consumatori sempre più sgonfio a causa dell’incremento delle spese per le bollette e per la benzina”.

Alimenti, per il momento nessuno sa come andrà la situazione in futuro: bisognerà attendere l’estate

La crisi in ogni caso è mondiale e nessuno sa che cosa accadrà in futuro. Di sicuro, l’arrivo dell’estate sarà un momento fondamentale per iniziare a comprendere come va la stagione produttiva.

Secondo del Bravo però “ad oggi, l’unica oggettiva tensione sui mercati è per il grano duro per il quale siamo dipendenti dall’estero per il 30/40% circa e per il quale l’ultima campagna è stata segnata da un calo produttivo del 60% circa del Canada che, da solo, rappresenta oltre il 40% dell’export internazionale di grano duro. Non è un caso che la pasta sia uno dei prodotti che ha subito rincari più consistenti. L’altro prodotto su cui ci sono pochi dubbi è l’olio di semi di girasole per il quale Russia e Ucraina rappresentano determinanti fornitori del nostro paese. Si tratta però di un prodotto che, a parte le industrie di trasformazione, che dovranno verosimilmente tornare all’uso di olio di palma, ha un numero di sostituti piuttosto elevato”.

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