Ottenere un bell’assegno dopo aver lavorato tutta la vita è quello che sperano tutti. Sulla pensione da casalinga invece possono sorgere dubbi.
In effetti, per la donna o l’uomo che decidono di accudire i figli o che purtroppo lavorano saltuariamente, ambire ad una congrua pensione può sembrare difficile. Ma un sistema c’è, e prevede versamenti minimi. Andiamo a scoprire come funziona.
Il mondo è (fortunatamente) cambiato e adesso parlare di “casalinga” al femminile è limitante. Perché sono sempre di più gli uomini che scelgono di “stare a casa” e crescere i figli piuttosto che dedicare la vita alla carriera. Ma se si pensa al futuro, e quindi alla pensione, viene spontaneo comprendere che sarà difficile avere un assegno soddisfacente.
Stesso discorso vale per chi, purtroppo, non riesce durante l’età lavorativa a stabilizzarsi, e va avanti a “singhiozzo”. Sappiamo bene che per ottenere una pensione che garantisca benessere ci vogliono tanti anni di contributi continuativi. Ecco perché esiste un Fondo apposito, che consente alle casalinghe, ai casalinghi e ai precari di accedere alla pensione.
Pensione da casalinga, come funziona
Si tratta però di un sistema “particolare” e non è sempre conveniente per chi decide di adottarlo. Chi non versa contributi dovrà aspettare i 67 anni di età, e sperare di ottenere l’Assegno Sociale. Ma non è sempre detto che spetti, perché viene considerato il reddito del coniuge, se presente ovviamente.
L’alternativa potrebbe essere quella di versare quote mensili nel Fondo casalinga. In questo modo, a 57 anni di età e con solo 5 anni di contributi si potrebbe ottenere la tanto agognata pensione di “vecchiaia”. Per cominciare a mettere da parte il cumulo è necessario iscriversi al Fondo e aspettare il benestare da INPS, dopo di che si possono cominciare a versare i soldi. Anche 25euro al mese o poco più.
Il diritto a percepire la successiva pensione scatta solo se si sono versati almeno 5 anni di contributi, e sempre nel medesimo Fondo. Con una cifra minima di 25,82€ al mese si matura, appunto, un mese di “pensione”.
L’unico “neo” risiede nel fatto che l’importo minimo dovrebbe raggiungere 561,72€ mensili, perché per Legge deve essere pari ad almeno 1,2 volte l’assegno sociale. Ricordiamo che per quest’anno è stato fissato a 468,10€ al mese. Purtroppo, per raggiungere questa cifra, il casalingo o la casalinga dovrebbero versare cifre “assurde”, superiori ai 40.000€, spalmati su 5 anni o più.
La nota positiva è che potrebbero richiedere il “prepensionamento” a 57 anni. Un’età in cui, anche se la pensione è bassa, si potrebbe compensare con un lavoro, magari part-time. Perché la Legge non vieta ai pensionati di lavorare, anche se naturalmente vigono delle norme ben precise.
Sono tutti fattori che andrebbero in ogni caso considerati per tempo, proprio per non ritrovarsi, “ad una certa età”, con un “pugno di mosche” in mano.