Pagamento Inps in arrivo, ma “non è vero”: cosa sta succedendo

In questi giorni ci sono tanti Pagamenti Inps in arrivo. Pensiamo agli arretrati RdC, all’Assegno Unico e alle erogazioni NaspI. Ma c’è qualcosa che non torna.

Molti utenti hanno segnalato attraverso vari canali, messaggi Inps che riportano varie problematiche proprio nell’accredito dei sussidi. L’Ente Previdenziale, d’altro canto, comunica sempre nel sito ufficiale quali sono le novità, e i calendari dei pagamenti, di pensioni o altri sussidi. Andiamo a capire cosa sta succedendo.

Pagamento Inps in arrivo
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Sembra che sia in atto un altro (l’ennesimo, purtroppo) tentativo di phishing a danno di tantissimi cittadini. Sfruttando il logo dell’Inps stanno arrivando email o SMS potenzialmente molto pericolosi. Ecco la verità.

Pagamento Inps in arrivo, ma è una truffa

Ultimamente, l’Ente di previdenza sta effettuando molteplici erogazioni a favore dei cittadini: dalla pensione di vecchiaia all’RdC e PdC, dall’Assegno Unico Universale all’indennità per la disoccupazione. Ma anche alcuni arretrati che riguardavano pratiche riesaminate proprio dagli uffici territoriali dell’Inps.

Dunque non ci sarebbe da stupirsi se arrivasse un SMS o una email che ci avverte del prossimo pagamento in arrivo. Purtroppo, i truffatori stanno sfruttando questo particolare momento per rubare soldi a tantissimi utenti. Chi riceve queste (false) comunicazioni, pensa di dover fornire dati personali per completare la pratica. Invece si ritrova con il conto corrente svuotato. Ma come fare a riconoscere la truffa? Ecco a cosa prestare attenzione.

La truffa dei pagamenti Inps in arrivo

L’ultima “trovata” dei criminali sfrutta l’attesa dell’Assegno Unico, o dell’RdC, o magari di un conguaglio di cui si attendevano notizie. La truffa funziona così. Arriva una email, oppure un SMS, che sembra provenire dall’Ente previdenziale. I malviventi sanno come replicare in modo (quasi) perfetto la grafica dell’Inps, così come delle banche, di Amministrazioni Comunali e di Enti.

Lì per lì, l’utente pensa di avere ricevuto una comunicazione ufficiale. Solitamente, viene annunciato un pagamento (come nella truffa del momento) oppure dei non precisati problemi per la conclusione della pratica. Le mail e i messaggi fraudolenti chiedono all’utente di “verificare l’identità” o di inviare i dati bancari. Password, credenziali, codice fiscale. Per poter “procedere al pagamento in sospeso” o cose simili.

In questi messaggi, si trova sempre un link. Che rimanda ad un sito (fasullo) dell’Inps o di altre realtà. In questi siti si chiederanno molti dati personali. L’utente, se li fornisce, rischia davvero grosso, perché i criminali li useranno per rubare tutto quello che è possibile.

Come difendersi dalle truffe

Chiunque riceva un messaggio da Inps,  dalla banca, o da altri Enti ufficiali, deve stare molto attento. Prima di tutto perché qualsiasi di queste realtà, anche in caso di un problema in corso, non chiedono MAI dati personali e/o password per risolverlo. Se si sta aspettando un accredito, un assegno, un rimborso o qualunque altra cosa inerente al denaro, è sempre bene contattare personalmente Inps o gli altri uffici. Innanzitutto tramite i siti e i canali ufficiali.

Ad esempio, chi aspetta l’Assegno unico può visitare la pagina dedicata al “cassetto previdenziale”, e tramite SPID accedere alla propria situazione. Chi non è pratico delle procedure telematiche può sempre contattare i numeri verdi, chiamare la filiale della banca o quella dell’ufficio oggetto della (falsa) comunicazione. In modo da fugare qualsiasi dubbio.

Chi purtroppo – per fretta, distrazione o ingenuità – fornisce i dati ai criminali, molto spesso viene “fregato due volte”. Infatti banche o altre istituzioni non riconoscono i risarcimenti se è stato l’utente a fornire le credenziali a sconosciuti.

Una cosa da controllare subito, in caso di messaggi “sospetti” è la forma con cui sono scritti. Siccome vengono inviati “a random” e molto probabilmente dall’estero, è facile trovarvi degli errori grammaticali. Non eclatanti, ma significativi.

Anche una sola virgola fuori posto, un accento che manca, un sostantivo femminile usato al posto del maschile, sono tutti segni che ci troviamo di fronte a un tentativo di phishing. Così come il link a cui accedere per “completare l’operazione”. È fondamentale NON andare mai su quei siti, e tantomeno fornire i dati personali. Perché a quel punto è tardi.

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