Una dodicenne di Nancy, in Francia, è in stato vegetativo da oltre due mesi dopo il consumo di una pizza contaminata.
Tre mesi di buio assoluto. Stretti nell’incudine rovente fra l’incredulità e il dolore. I genitori di Léna alzano gli occhi solo per imbastire al meglio possibile il proprio racconto, troppo lacerante per non lasciare feriti, evidenti anche dall’esterno.
La loro bambina, di 12 anni, è da oltre 90 giorni in stato vegetativo, ricoverata nell’ospedale di Nancy, in Francia. Un incubo dal quale lei e la sua famiglia non si sono più svegliati, iniziato dopo aver mangiato una pizza surgelata, lo scorso 14 febbraio. La testimonianza dei genitori della piccola, Sophie e Cédric, è stata raccolta dal quotidiano L’Est Républican ma non ha impiegato molto a fare il giro d’Europa. La dodicenne, infatti, rientrerebbe nei casi di contagio da E. Coli., batteri individuati nel marchio di pizze Fraich’Up, dell’italiana Buitoni. Un’ondata di infezioni che avrebbe raggiunto almeno cinquanta casi totali, per la stragrande maggioranza riguardanti bambini. Due dei quali hanno perso la vita.
Oggi Léna è in un letto d’ospedale, lontanissima dai suoi genitori, che pure le siedono accanto ogni giorno. “Oggi è il nulla totale – hanno raccontato i genitori -. Léna è come rinchiusa in un corpo che non gestisce più. Non sappiamo nemmeno se è a conoscenza di quello che sta succedendo“. Difficile ripensare al momento scioccante dei primi malori, quando la giovane “ha tirato fuori la lingua, ha visto doppio, i suoi occhi hanno cominciato a girare”. Alla corsa in ospedale è seguito un coma artificiale, dal quale la dodicenne si è svegliata “con gravi disturbi neurologici”. A oltre due mesi di ricovero, dal nosocomio di Nancy non sono mai arrivate buone notizie.
In stato vegetativo dopo aver mangiato una pizza: il caso dell’E. Coli.
Al momento, secondo quanto riferito dai genitori al giornale francese, “Léna non reagisce più, non comunica più, non risponde più a stimoli sonori e visivi“. L’unica alimentazione le arriva tramite un sondino nasogastrico. La sua lotta per la vita sembra essersi arrestata in un limbo etereo, dal quale vede senza vedere. I genitori hanno sporto denuncia e il loro legale ha già fatto sapere di avere oltre 40 plichi riferibili al consumo di pizze contaminate. Un caso che, nei giorni scorsi, aveva destato scalpore in Europa, sia per l’alimento coinvolto (uno dei più consumati fra quelli di rapida preparazione) che per l’età delle persone infettate, quasi tutte minorenni.
Le uniche due infezioni che non hanno riguardato minori, sono state individuate in persone al di sopra dei 90 anni. Lo stato di Léna è al momento sospeso e i suoi genitori hanno lasciato provvisoriamente il lavoro, sia per assistere la figlia che per far fronte al trauma subito. “Abbiamo perso nostra figlia”, è la frase lapidaria che rilasciano ai cronisti. Il legame fra la pizza surgelata della linea Fraich’Up e i casi di sindrome emolitico-uremica, in Francia, era stato inizialmente solo supposto.
Il ritiro
Successivamente, quando il numero di infezioni aveva raggiunto quota 50 e il prodotto era già stato ritirato in via precauzionale, erano arrivate le conferme ufficiali delle autorità sanitarie. Le indagini, sia epidemiologiche che microbiologiche, eseguite su un campione trovato nel congelatore di una famiglia, avevano riscontrato la presenza di Escherichia coli O26 nell’impasto.
Il ritiro aveva portato il numero dei casi a stabilizzarsi ma il dramma aveva già assunto proporzioni enormi. Prima di trasformarsi rapidamente in un caso. Fra i più tragici.