Le donazioni per salvare cuccioli randagi potrebbero riservare amare sorprese. Attenzione alle molteplici truffe che incorrono sui social messe in atto da “pseudo volontari”.
L’associazione Stop Animal Crimes Italia denuncia richieste illegittime di soldi su Facebook e altri social per fermare il randagismo.
Come non sciogliersi davanti ad un musetto di un cucciolo abbandonato, solo sul ciglio della strada e privo di un futuro felice in una famiglia. Le foto o i video di cani randagi che girano sui social sono numerosi e spesso vengono associati alla richiesta di una donazione su una carta PostePay il cui titolare è uno pseudo-volontario, così come riferito dall’associazione Stop Animal Crimes Italia. Il rischio maggiore è inviare il proprio denaro per salvare un cucciolo ma non sapere che fine faranno realmente i propri soldi. Inoltre, spiega l’associazione, non è in questo modo che si combatte realmente il randagismo, un fenomeno purtroppo molto diffuso nel nostro Paese.
Donazioni per cuccioli randagi, attenzione!
Stop Animal Crimes Italia denuncia un sistema diffuso sui social di richiesta di donazioni per salvare cuccioli randagi. Specialmente su Facebook girano diversi appelli che invitano ad una piccola donazione di denaro su carte PostePay. Davanti allo sguardo dolce e sperduto di un cagnolino viene quasi naturale procedere con l’invio dei soldi sperando che quel piccolo gesto possa realmente servire per arginare il randagismo. Eppure non è così che funziona secondo quanto riferito da Stop Animal Crimes.
Gli appelli sui social si rivelano sempre più spesso una truffa; sono privati cittadini gli intestatari delle PostePay e spesso non hanno alcuna intenzione di aiutare i cuccioli. Il denaro erogato sulla carta non è soggetto ad alcun meccanismo di controllo e di trasparenza. Chi lo riceve può utilizzarlo per qualsiasi scopo e, la maggior parte delle volte, si tratta di scopi puramente personali.
L’appello di Stop Animal Crimes
Il sistema presente sui social fa parte di una più ampia realtà parastatale che non si occupa di risolvere le inadempienze degli enti pubblici né mira a risolvere i problemi dei canili, luoghi spesso invivibili per i cuccioli.
Il responsabile nazionale dell’associazione animalista Antonio Colonna sottolinea come il randagismo necessiti di un intervento diverso, più diretto e meglio gestito. I controlli sul rispetto delle Leggi sul microchip, ad esempio, dovrebbero essere più serrati e le violazioni maggiormente punite.
Allo stesso modo occorrerebbe vigilare sulla corretta custodia degli animali di proprietà e sull’accertamento dei reati. Come non citare, poi, i canili che ricevono milioni di soldi pubblici e che si trovano in condizioni sanitarie vergognose e risultano essere privi di ogni apparecchiatura sanitaria necessaria. Dove sono i controlli e le sanzioni per chi viola il limite della legalità ? Antonio Colonna indica, infine, un’ultima seria problematica. La violazione del codice deontologico di quei veterinari che invece di segnalare il randagismo intestano ad una stessa persona decine di cani supportando, così, un fenomeno che non vedrà mai fine.