Pensione di invalidità in aumento, ma si rischia l’azzeramento del reddito di cittadinanza

La pensione di invalidità è stata oggetto di una interessante sentenza della Consulta, ma i criteri di calcolo del reddito di cittadinanza vanno rivisti.

In tema di pensione di invalidità, gli aumenti ufficializzati dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 152 del 2020 si scontrano con i criteri di calcolo dell’RdC. L’iniziativa per risolvere la questione.

PENSIONE DI INVALIDITA' E AZZERAMENTO RdC
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La pensione di invalidità civile consiste in una misura di sostegno a carattere assistenziale e in una provvidenza economica assegnata ai mutilati ed invalidi civili con un’età inclusa tra i 18 anni e i 67 anni nei cui confronti sia stata acclarata una totale inabilità lavorativa, vale a dire una invalidità corrispondente al 100%.

Ebbene, forse non tutti sanno che la pensione di invalidità civile è aumentata per effetto della rilevante sentenza della Corte Costituzionale n. 152 del 2020. Il punto è che se i percettori di detto trattamento sono anche beneficiari del reddito di cittadinanza, debbono fare i conti con un taglio del versamento mensile. E’ proprio vero e si tratta di quanto succede agli invalidi civili al 100% con redditi molto ridotti e che, dunque, potenzialmente sono destinatari sia della pensione di invalidità che del Rdc.

Pensione di invalidità e l’incremento al milione: il contesto di riferimento

Abbiamo accennato alla sentenza della Consulta di un paio d’anni fa, e i motivi di interesse ci sono tutti. Infatti, in virtù del noto provvedimento della Corte Costituzionale, gli invalidi civili totali si sono visti acclarare ufficialmente il diritto al cd. ‘incremento al milione’, seppur di età al di sotto dei 60 anni (e dunque con una rilevante variazione rispetto allo schema precedente).

In particolare il 23 giugno 2020 la Corte Costituzionale ha riconosciuto agli invalidi civili totali, ai ciechi civili, ai sordomuti e ai titolari di pensione di inabilità il citato ‘incremento al milione’. Vale a dire una maggiorazione che:

  • sussiste in presenza di specifici requisiti di reddito sia personali che coniugali;
  • permette l’integrazione dell’assegno di invalidità fino ad un valore pari a 660,79 euro al mese – per l’anno 2022; detta cifra è da considerarsi come livello minimo di sussistenza per l’individuo.

La rilevante sentenza è stata poi recepita nel decreto legge n. 104 del 2020.

Pensione di invalidità, calcolo reddito familiare e importo RdC: il punto critico

Sopra abbiamo accennato al fatto che la pensione di invalidità è una prestazione di tipo assistenziale e ciò ha sicuramente rilievo in rapporto a ciò che ora diremo.

Infatti, in quanto le norme vigenti in materia includono il valore annuo dei trattamenti assistenziali in corso di godimento da parte dei componenti del nucleo familiare nel calcolo del reddito familiare allo scopo di determinare l’importo del reddito di cittadinanza, il citato aumento della pensione di invalidità impone un taglio del RdC. Ciò è peraltro già stato denunciato da alcune associazioni per la tutela dei diritti degli invalidi.

In altre parole, in quanto l’incremento è parte del calcolo del reddito familiare che rileva ai fini del reddito di cittadinanza, la conseguenza pratica è che i beneficiari stanno assistendo alla decurtazione o addirittura all’azzeramento del reddito di cittadinanza.

Perciò se da una parte guadagnano, dall’altra perdono – e il risultato finale è quello di non veder migliorare per nulla la propria situazione economica, che di fatto permane invariata.

Pensione di invalidità e assegno: l’iniziativa di Fish per evitare la riduzione del RdC

Concludendo, onde rimediare ad una spiacevole situazione che di fatto non è compatibile con la tutela dei diritti degli invalidi, vi sono già state varie interpellanze parlamentari, oltre che appelli dell’associazionismo che tutela gli invalidi.

Da ultimo ecco un’altra concreta iniziativa in relazione agli aumenti riconosciuti dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2020 e alla collegata compressione del reddito di cittadinanza. Infatti la Fish – Federazione italiana per il superamento dell’handicap – chiede una correzione legislativa alla ‘svista’ ed ha già messo in atto una raccolta firme.

La volontà è quella di spingere il Governo a modificare i parametri di concessione dell’RdC e ciò al fine di consentire a chi è in grave difficoltà economica e vive ai limiti dell’indigenza di incassare ambo i trattamenti, senza decurtazioni. Vedremo presto quali saranno gli esiti.

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