La legge permette ai lavoratori dipendenti caregivers di poter accedere alla pensione anticipata. Tale possibilità è prevista anche per il lavoro autonomo?
La Legge 104 prevede diverse agevolazioni per i lavoratori che sono costretti ad assistere un familiare portatore di handicap. Per conciliare, infatti, tale esigenza con le possibilità di continuare a lavorare, il caregiver ha a disposizione diversi strumenti, tra cui permessi retribuiti e congedi straordinari.
Tra le altre agevolazioni, i dipendenti possono presentare domanda per la pensione anticipata, attraverso la Quota 41. Questo strumento è disponibile anche per i lavoratori autonomi?
Lavoro autonomo: quali sono le garanzie in caso di assistenza ad un familiare disabile?
Un Lettore ha rivolto il seguente quesito:
“Salve, sono un lavoratore autonomo e vivo in casa con mia madre non autosufficiente, invalida al 100% con accompagnamento. Quest’anno maturerò 41 anni di contributi. Ho, dunque, diritto a delle agevolazioni per andare in pensione anticipatamente? Grazie mille.”
La Riforma delle pensioni ha previsto, anche per il 2022, la possibilità di andare in pensione anticipatamente nell’ipotesi in cui si assista un familiare affetto da disabilità riconosciuta. Tale diritto è riconosciuto anche per i lavoratori autonomi?
Prepensionamento lavoro autonomo: che cos’è la Quota 41?
A differenza dei lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi, purtroppo, non possono godere di molti benefici; un esempio è la disparità di trattamento in caso di malattia. Ci sono, però, molte differenze tra lavoro autonomo e dipendente anche sul piano del sistema pensionistico.
Il sistema previdenziale italiano, infatti, stabilisce una serie di vantaggi per i dipendenti, tra cui la pensione anticipata per coloro che prestano assistenza ad un familiare disabile con Legge 104. Ma tale agevolazione è rivolta anche ai lavoratori autonomi? Per rispondere al quesito bisogna esaminare la disciplina normativa relativa a Quota 41 per i lavoratori precoci.
Il lavoratore autonomo che presta assistenza ad un familiare affetto da disabilità grave (debitamente accertata) può beneficiare, infatti, del pensionamento anticipato, qualora abbia maturato 41 anni di contribuzione. La Quota 41, dunque, è uno strumento che può essere fruito anche dai lavoratori autonomi “caregivers”, che assistono un familiare convivente.
Tuttavia, è necessario il possesso di ulteriori requisiti.
Quota 41: tutti i requisiti
Nello specifico, la cd. Quota 41 è rivolta ai lavoratori precoci, cioè ai soggetti che hanno raggiunto almeno un anno (52 settimane) di contributi, prima del compimento del 19° anno di età. Oltra a tale categoria di lavoratori, però, la Quota 41 può essere utilizzata anche da coloro che hanno parte delle altre 4 tutele stabilite dalla legge, per poter andare in pensione anticipatamente.
La disciplina legislativa prevede che, per l’accesso alla pensione anticipata, si debbano possedere 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Inoltre, dal momento in cui si maturano tutti i requisiti, decorre una finestra mobile di 3 mesi.
La domanda di pensionamento deve essere inoltrata entro il 1° marzo di ogni anno e non oltre il 30 novembre (cd. istanza tardiva). L’INPS, inoltre, definisce le richieste presentate fino ad esaurimento dei fondi stanziati.
Tutte le ipotesi in cui si può ricorrere a Quota 41
In particolare, tale strumento è utilizzabile anche dai:
1) lavoratori dipendenti che hanno interrotto l’attività lavorativa per licenziamento, dimissione per giusta causa e licenziamento collettivo o risoluzione consensuale. È necessario, però, che abbiano terminato l’erogazione della prestazione NASPI da almeno tre mesi;
2) lavoratori dipendenti e autonomi che prestano assistenza al coniuge o ad un parente affine al terzo grado, affetto da handicap grave ai sensi della Legge 104, da almeno sei mesi. In tale ipotesi, però, la legge richiede la convivenza da almeno sei mesi con il familiare che si assiste;
3) lavoratori dipendenti o autonomi a cui sia stata riconosciuta l’invalidità civile uguale o superiore al 74%;
4) lavoratori dipendenti che svolgono i cd. “lavori gravosi”, ossia attività estremamente stancanti e pesanti, da almeno 6 anni negli ultimi 7 anni (in modo continuativo), oppure da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni. Oppure, nel caso di lavori usuranti che prevedono turni di almeno 64 notti all’anno.
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, inviala alla mail: esperto.informazioneoggi@gmail.com